Semplicemente…a tu per tu con i “santi della porta accanto”

Così abbiamo celebrato il nostro rendimento di grazie al Signore per il dono di don Pasquale Ercolano ad un anno dal suo ritorno a Casa.
Insieme al Vescovo Francesco, a tanti sacerdoti, ai familiari, agli amici delle comunità di Sant’Agnello, Trasaella e Puolo, insieme a tanti compagni di strada e particolarmente i “giovani” del gruppo L. Stinga della Cattedrale di Sorrento.

Proprio a partire dall’ intraprendenza e dall’iniziativa di questi ultimi è nata l’idea di commissionare all’artista Enrico De Cenzo un ritratto di don Pasquale che è stato collocato nella Sala capitolare della nostra Cattedrale , e di raccogliere in una piccola pubblicazione testimonianze e fotografie che raccontano di una storia avvincente, bellissima, che lascia il segno nella nostra comunità.
Un frammento delicato e intenso di questo racconto ha posto il sigillo su una liturgia in cui la gioia e la gratitudine hanno segnato il passo ed il respiro del nostro pellegrinare…

QUATTRO CHIACCHIERE CON DON PASQUALE di Tonino Galano

Buonasera, sono Tonino Galano e vorrei leggere alcune riflessioni, quattro chiacchiere, che un gruppo di noi ha fatto in recenti incontri.

                                                     QUATTRO CHIACCHIERE CON DON PASQUALE

Quattro chiacchiere con don Pasquale si potevano fare dappertutto. Negli ultimi anni era facile incontrarlo al cimitero ma, ovunque, lui si fermava sempre per chiederti come stavi e come andavano le tue cose. Don Pasquale, ma tu lo sai che ci siamo incontrati in Cattedrale, a sorrento, giusto cinquant’anni fa? (era il 1972) Te lo ricordo perchè tu ora hai superato gli ottant’anni e potresti avere qualche problema con la memoria, mentre noi i sessanta (tranne don Carmine che allora era proprio piccolo, aveva otto anni).

E, tu lo sai come sono i sessantenni? Sono abitudinari, vivono nelle loro abitudini. Cenano alla stessa ora, guardano gli stessi programmi televisivi, frequentano le stesse persone, vanno a messa la domenica e mai il lunedì sera. Ma guarda che cosa hai combinato, sei sempre lo stesso. Hai rotto, ancora una volta, le nostre abitudini. E’ proprio vero, a te non è mai piaciuto essere convenzionale. Altrimenti come potevamo trovarti per strada la domenica mattina alle cinque per andare a vedere una partita di pallone. E, ancora peggio, come potevamo incontrarti, a mille Km di distanza da casa, in un reparto di oncologia per accompagnare un sorrentino malato. Oppure in una banca per intercedere a favore di un debitore. Lo dovevamo capire dai primi giorni che ti incontrammo in questa chiesa (50 anni fà) che eri proprio un prete fuori dagli schemi. Altrimenti perchè dovevi opporti a Pasqualino, le sorelle Attardi, Oreste, Luigi, Pattone, Raffilina, Achille, la Sofia e tanti altri, per un gruppo di ragazzi e ragazze che non venivano nemmeno “regolarmente” a messa la domenica e difficilmente si confessavano.

A quei ragazzi, tu non desti un teatro. Tu recitavi con loro. A quei ragazzi, tu non desti delle sale. Tu stavi con loro. A quei ragazzi, tu non desti un campetto di calcio. Tu giocavi con loro. Per quei ragazzi, tu non organizzavi il campo scuola. Tu partecipavi con loro. Sul molare? ci salivi con loro. All’Edelandia? ci andavi con loro. Sai che pensiamo dopo cinquant’anni? che tu eri innamorato di noi. Eri innamorato al punto tale che vivevi per noi, per renderci migliori.

La tua presenza, infatti, significava che poteva recitare anche chi non era bravo oppure timido, poteva stare nei locali anche chi era più ciccione o con i brufoli, poteva giocare a calcio anche lo “scarso”, poteva fare la gita anche chi non poteva pagare (per non parlare di quanto si andava a mangiare la pizza, la pagavi sempre tu per tutti!) Possiamo dire che ci mostravi i valori intorno ai quali dovevamo costruire le nostre relazioni, ci mostravi cosa significava essere gruppo. Ecco perchè venne spontaneo definirci “Luigi Stinga”. Stavamo subendo la più profonda delle trasformazioni, il singolo individuo che diventa comunità, e nessuno doveva essere escluso. Nemmeno chi tragicamente ci aveva lasciato.

Ci insegnasti che le differenze sono la più grande risorsa dell’umanità, basta che si integrano tra di loro. E’ così che ci hai fatto convivere con i Pueri-Cantores e con gli amici dell’azione cattolica. Quante belle cose ci hai fatto fare. Si, tu non perdevi tempo nel fare prediche e dispensare insegnamenti teorici. Tu facevi e ci facevi fare le cose. Ed è per questo che  hai lasciato un’impronta in noi. E’ per questo che dopo cinquant’anni stiamo facendo ancora quattro chiacchiere con te, caro don Pasquale. Aspetta, don Pasquale, non ti sento. Dove stai?, Non dirmi che in questo preciso momento te ne sei andato a Cagliari a vedere la partita di calcio? A, volevi riposare perchè domattina Carmelina ti sveglia prestissimo ed Assuntina ti porta subito il caffè? Stai tranquillo, le chiediamo di farlo mezz’ora dopo.

Tu facci ancora un favore, ricordati che ti vogliamo bene.

Gruppo A.C.G. Luigi Stinga