Tre giorni di condivisione e di fraternità a Roma

I giovani presbiteri con l'Arcivescovo sui luoghi dell'Apostolo Pietro

Dal 22 al 24 Febbraio insieme al nostro Arcivescovo, noi, giovani preti dell’Arcidiocesi abbiamo trascorso qualche giorno di condivisione e di fraternità a Roma. A pochi passi da Piazza San Pietro, nella verde cornice del colle del Gianicolo, abbiamo vissuto un esperienza breve ma intensa che ci ha visti sui luoghi dell’apostolo Pietro e dei primi cristiani di Roma.

Tappa obbligata ma assolutamente non scontata è stata la visita alla Basilica di San Pietro che, in due riprese, abbiamo visitato prima all’interno, guidati da suor Agnese delle Missionarie della Divina Rivelazione, e poi il giorno seguente nei sotterranei. Nonostante ognuno di noi fosse stato molte volte nella grande Basilica di San Pietro, alcune delle cose che ci sono state illustrate dalla nostra guida ci sono apparse nuove; angoli poco visitati, monumenti e cappelle a cui solitamente non si dedica più di uno sguardo veloce ci hanno svelato una bellezza inaspettata. La seconda parte della nostra visita ci ha condotti alla scoperta della necropoli vaticana, situata sotto la basilica di San Pietro, ancora più in basso delle Grotte Vaticane dove riposano molti Pontefici del passato. Questo luogo ci ha permesso di ripercorrere a ritroso le stratificazioni di 2000 anni di costruzioni che si sono susseguite nel tempo fino a giungere a poter ammirare la tomba dell’Apostolo Pietro da una posizione diversa e senza le successive aggiunte, così come doveva presentarsi ai primi cristiani che si recavano nella necropoli per farvi visita.

Altro appuntamento che abbiamo vissuto in questi giorni è stato l’incontro con don Giuseppe Forlai, presbitero della Diocesi di Roma, che vive un esperienza monastica cittadina dedicandosi alla preghiera e alla direzione spirituale di seminaristi e consacrati. Il nostro incontro con lui si è mosso proprio sul tema della direzione spirituale; don Giuseppe ci ha fornito elementi importanti per comprendere meglio quali debbano essere i tratti distintivi del buon direttore spirituale e come questa figura, che nella Chiesa non è molto presente, sia una “vocazione” nella vocazione; non tutti i presbiteri e/o religiosi infatti sono automaticamente direttori spirituali: esperienza, formazione, maturità e intensa vita di preghiera sono solo alcuni aspetti che devono far parte di chi si incammina lungo questa via di servizio alla Chiesa.

Di particolare interesse è stata anche la visita alle catacombe dei Santi Marcellino e Pietro, martiri cristiani dei primi secoli, costruite tra il 100 e il 200 d.C.. Queste catacombe situate lungo l’antica via Labicana, l’odierna via Casilina, erano anticamente sovrastate da una basilica di epoca costantiniana e dal mausoleo di Elena, oggi ancora visibile in parte, e che con esse costituivano il complesso denominato “dei due allori” (Ad duas lauros). Qui abbiamo avuto modo di ammirare, camminando tra gli stretti corridoi delle catacombe scavate nel sottosuolo tufaceo, alcuni esempi di arte paleocristiana posando gli occhi sugli affreschi presenti nei cubicoli e nelle tombe ad arcosolio, testimonianza molto ben conservata di una fede viva che è stata in grado di parlare ancora a noi nonostante tanti secoli di distanza.

Questi giorni trascorsi insieme sono stati per noi l’occasione di ritrovare uno spazio di fraternità semplice e bella, che il tempo della pandemia ci aveva impedito di vivere serenamente; sono stati giorni che hanno iniziato a rispondere al bisogno, che sempre di più sentiamo impellente, di ritrovarci e condividere, di sorridere e scherzare, di stare insieme per non rischiare di isolarci, per ritrovarci come amici, per riscoprirci ancora fratelli.

di don Luigi Russo