Martedi 9 aprile, presso il Vesuvian Inn di Castellammare di Stabia si è svolto il secondo incontro del corso di aggiornamento professionale annuale per gli Insegnanti di Religione, “Affettività e sessualità: l’arte di essere umani”
I docenti, guidati da don Alfonso De Gregorio, presbitero diocesano e psicologo-ricercatore presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma, hanno avuto la possibilità di riflettere sull’approccio scientifico alla questione LGBTQ+.
Don Alfonso ha esordito, chiarendo la metodologia e l’approccio, che avrebbero caratterizzato il suo intervento. Ha proposto una prospettiva metodologica di tipo scientifico, ovvero a partire dai dati offerti dalla ricerca della scienza biologica e psicologica, ha focalizzato l’attenzione su cosa voglia dire oggi affrontare la questione del sesso e del genere.
Attraverso il dialogo con i docenti presenti, don Alfonso ha offerto una chiarificazione terminologica e ha specificato che è necessaria una distinzione tra il sesso biologico di matrice ormonale, l’orientamento sessuale, che è l’attrazione verso il genere del partner e l’identità di genere, con la quale si intende la manifestazione esterna della propria identità.
La riflessione di don Alfonso ha reso evidente che lo sviluppo sessuale e psicologico dell’identità personale è un percorso che ha una base biologica imprescindibile, regolata da una sequenza di interazioni, simile ad una cascata, tra geni, ormoni sessuali e cellule del corpo e del cervello in sviluppo. Tali processi non avvengono in completo isolamento dal mondo esterno, ma interagiscono con i fattori ambientali, sviluppandosi poi in maniera diversa nei diversi individui.
Pertanto non è possibile una lettura rigida e deterministica dello sviluppo sessuale, perché c’è un’influenza reciproca e continua tra l’espressività genetica e il contesto ambientale, con quest’ultimo che diventa sempre meno incisivo man mano che l’adolescente si avvia verso la giovinezza.
Nellaparte finale dell’incontro è stato chiarito il motivo per il quale, per la comunità scientifica, l’orientamento omosessuale non è più una patologia, a differenza della disforia di genere, un disturbo che si vive quando c’è una marcata incongruenza tra il genere esperito/espresso e il genere assegnato.
In Italia la strategia terapeutica per la disforia di genere, una volta diagnosticato il disturbo, è a carico del sistema sanitario nazionale e consiste in una cura ormonale ed un eventuale intervento chirurgico.
L’incontro formativo con don Alfonso De Gregorio ha suscitato vivo interesse e una partecipazione attenta e dialogica da parte dei docenti sia perché è un tema “caldo” del nostro tempo sia perché ha chiarito molti aspetti di natura scientifica relativi al sesso e al genere, offrendo ulteriori strumenti per ascoltare e accompagnare gli studenti nella costruzione dell’identità personale.
a cura del prof.Modestino Nastri