Venerdì 25 giugno 2021 l’arcivescovo Alfano ha incontrato gli adulti di Azione Cattolica della diocesi per riflettere sulla sinodalità come stile di Chiesa a partire dal brano di Atti 15, 1-29 che narra il concilio di Gerusalemme.
L’arcivescovo, nel ripercorrere la vicenda conciliare narrata in Atti, ne ha ricostruito la causa della convocazione– l’esperienza della Pentecoste dei pagani, la questione teologica relativa alla Legge e soprattutto lo stile e la dinamica sinodali.
Il brano non dice nulla sulla durata del Concilio di Gerusalemme, ma di certo dovettero esserci molte discussioni e uno scambio tra le chiese di Antiochia e la Chiesa madre di Gerusalemme, oltre alla partecipazione del popolo di Dio, di cui gli anziani intercettarono il cammino.
Dei tanti interventi che dovettero esserci, il brano di Atti ne riporta solo alcuni: quello di Pietro che racconta la sua esperienza nella casa di Cornelio e che spiega la necessità di andare oltre se stessi; quello di Paolo e Barnaba, che testimoniano l’opera di Dio, tentando di leggerla: questo intervento è ascoltato dall’assemblea in maniera ricettiva ma senza prendere le parti; e la conclusione affidata a Giacomo, capo della chiesa di Gerusalemme che, pur rappresentando la tradizione accoglie ciò che viene testimoniato e invita a prendere atto che Dio ha agito attraverso i fratelli, richiamandosi alla Scrittura. Legge infatti il profeta Amos, in cui si trova il riferimento alla salvezza di tutte le genti, che è la promessa di Abramo. La deliberazione di Giacomo, che viene dall’ascolto dell’esperienza, dei testimoni e dalle Scritture, stabilisce che i pagani convertiti non vengano importunati, una decisione forte, non mediana, non compromissoria; ma Giacomo preserva l’unità stabilendo quattro clausole che, tuttavia non vengono dalla legge di Mosè, ma da quella di Noè, valida per tutti i popoli. Queste clausole servono ad entrambe le posizioni in discussione. Infine Gli apostoli, gli anziani e tutta la Chiesa inviano Paolo e Barnaba con uno scritto e insieme a due uomini autorevoli, ad Antiochia, per comunicare le disposizioni del concilio.
Il metodo indicato nel brano, quindi, valorizza l’esperienza, l’ascolto della volontà del Signore, la ricerca dell’unità.
Dopo l’intervento del Vescovo la presidente diocesana ha indicato le caratteristiche e i luoghi che rendono l’azione cattolica una palestra di sinodalità. La prima caratteristica deriva dal perseguire il fine apostolico della Chiesa. Questo comporta che i laici di Ac sanno che il Signore ci precede e che devono quindi cercarne le tracce nella storia, in ascolto delle esistenze delle persone, tenendo insieme fede e vita. Essi compiono scelte educative e creano legami di unità e vocazioni alla missione di annuncio del Vangelo a partire dall’ascolto costante della Parola e della vita.
Concretamente i luoghi di AC che diventano palestra di sinodalità sono quelli associativi: il gruppo in cui si riconosce la forma cristiana del quotidiano, la parrocchia in cui si è segno di comunione, gli organismi associativi, in cui si esercita la corresponsabilità laicale nella Chiesa, ma anche la storia dell’associazione, il dialogo tra le generazioni: tutte occasioni in cui l’esercizio consiste nel tendere al bene di tutti.
Infine la ex presidente diocesana Annarita Gargiulo ha tratteggiato un ricordo di S.E. Mons. Felice Cece in relazione al sinodo diocesano. Ha rilevato le caratteristiche di sinodalità del magistero e della testimonianza dell’arcivescovo mancato lo scorso anno, la capacità di ascolto del popolo, l’energia nell’indicare la centralità della Parola, l’attitudine a non occupare spazi e nel sostenere la dinamica missionaria anche nell’associazione.
Al termine degli interventi l’arcivescovo Alfano ha approfondito il discorso sui tre sinodi che sta vivendo la Chiesa diocesana: il primo è quello concluso; il secondo è il concilio dei Vescovi, stabilito per prolungare l’esperienza del Concilio Vaticano II e che è stato indetto per il prossimo 17 ottobre, il terzo è quello per l’Italia: per tutti l’AC è stata chiamata nei suoi diversi livelli alla realizzazione.
In questi eventi sinodali i laici di AC sono chiamati a collaborare con responsabilità piena e a testimoniare la sinodalità a cui si educano grazie alla dinamica associativa.
La registrazione dell’incontro è disponibile sulla pagina fb dell’associazione.