“Un percorso di un anno per salvarli”, la sfida di Exodus a Castellammare di Stabia

Nel 2021 la Fondazione antiusura Exodus ’94, legata e sostenuta dall’arcidiocesi di Sorrento Castellammare di Stabia, è intervenuta su più di 100 casi, con oltre 300mila euro.

Di questi ben 55 hanno riguardato giocatori d’azzardo patologici, 31 indebitati con finanziarie o parenti, 24 già finiti in mano agli usurai. «Questo è quello che dicono – ci spiega il presidente della Fondazione, Daniele Acampora –. Magari qualcuno nega di essere ricorso all’usuraio ma il quadro è corretto». E molto preoccupante, confermato da casi inquietanti di intreccio tra sale giochi e usurai. «Nel nostro territorio la densità di giocatori è enorme – denuncia Acampora –. Anche molte altre persone che vengono a chiederci aiuto sono giocatori, non sono ancora patologici ma giocano». Da tre anni la Fondazione ha istituito un gruppo dedicato proprio all’azzardopatia. «Un percorso che dura circa un anno – spiega il presidente –. In appena tre anni siamo arrivati ad avere più di 50 persone che seguiamo insieme. È bastato gettare il seme e le richieste di aiuto sono arrivate».

E con la pandemia la situazione è peggiorata. «L’online è schizzato enormemente, ma con la fine del lockdown sono riprese alla grande anche le sale giochi – denuncia Acampora –. Tutte hanno riaperto abbondantemente, e anche nuove, l’ultima pochi giorni fa. Anche perché sia Sorrento che Castellammare sono ancora senza regolamento comunale sull’azzardo». Ma a preoccupare sono l’abbassamento d’età e il coinvolgimento delle famiglie. «Stiamo seguendo un ragazzo di 18 anni che sicuramente ha cominciato quando era minorenne – racconta Acampora –. E ora a 18 anni sta nel gruppo dei giocatori patologici. È già malato a 18 anni. Soprattutto per azzardo online, scommesse e altro. È venuto accompagnato dalla mamma e ci ha detto di essere finito sotto usura per 3mila euro direttamente nella sala gioco».

C’è poi il caso un uomo sulla quarantina, sposato e con due figli piccoli, che faceva il cameriere stagionale ma la scorsa estate non ha lavorato. Così si è giocato tutti i risparmi in Rete. Purtroppo un male di famiglia. Anche il padre e il fratello sono giocatori accaniti. Per sua fortuna la famiglia, da vittima è diventata la salvezza. «È stato scoperto dalla moglie che l’ha portato dal parroco e poi da noi – racconta ancora il presidente di Exodus ’94 –. Sta facendo il percorso e sta reggendo. Per ora non ci ha chiesto un aiuto economico ma solo un aiuto per uscire dalla dipendenza ». Ma i fondi servono. «Usiamo sia i fondi della legge 108 sull’usura, se è possibile, altrimenti usiamo fondi nostri – spiega Acampora –. Il concetto è sempre quello di prendere in carico la persona, poi in base a quelle che sono le esigenze cerchiamo di trovare le soluzioni. Ma, lo ripeto, siamo molto preoccupati».

Antonio Maria Mira