Una AC en salida = in uscita!!!

 Dal 30 aprile al 3 maggio l’Azione cattolica italiana ha celebrato la sua XV Assemblea Nazionale sul tema “Persone nuove in Cristo Gesù. Corresponsabili della gioia di vivere”. Tutte le associazioni diocesane erano presenti a Roma ed anche l’ Ac di Sorrento-Castellammare di Stabia era lì con tre delegati (Gianfranco Aprea presidente diocesano, Francesco Paolo Cimmino vicepresidente giovani e Nunzia Longobardi responsabile Acr) e l’assistente unitario (don Francesco Paolo Celotto) a rappresentare i circa duemila aderenti sparsi sul territorio diocesano.
E’ questo il senso dell’espressione democratica dell’Azione cattolica, che nell’anno assembleare coinvolge tutti i suoi livelli nel rinnovo degli incarichi associativi, culminando – come ultima tappa – nell’assemblea nazionale.
Sono stati giorni belli, intensi e a tratti anche faticosi (soprattutto quando si è passati alla votazione dei 101 emendamenti al documento assembleare!!!).
Abbiamo incrociato volti amici e volti nuovi, abbiamo pregato insieme, abbiamo condiviso le nostre esperienze associative, abbiamo ascoltato parole incoraggianti e cariche di fede, abbiamo “visto” la bellezza della nostra associazione con la sua storia, i suoi progetti ma soprattutto con le persone che ne fanno parte. In un clima di vera famiglia abbiamo riscoperto la bellezza di sognare e progettare, in quel continuo dinamismo dato dall’incontro con Cristo, partecipando concretamente alla vita di un’Ac che ama, spera, sogna e… cambia!!!
Dall’Assemblea sono nati tanti spunti per il cammino ancora da costruire nella consapevolezza che questo è un tempo “nuovo”, un tempo di cambiamento, per la Chiesa e per la nostra associazione nazionale e diocesana.
Un’Ac che deve riportare il suo ampio respiro nelle piccole realtà parrocchiali, che deve ripartire dalle persone, che vanno cercate, incontrate, dentro ma soprattutto fuori dalle porte delle nostre chiese!
Un’Ac che non abbia paura di mostrare il proprio pensiero attraverso gesti concreti. Non più sterili analisi, ma discernimento costruttivo che porti gesti concreti che siano segno e testimonianza! Un’AC che sia profetica e generatrice di nuovi processi in tutti gli ambiti di vita, una “AC en salida” (in uscita) come ci ha esortato Emilio Inzaurraga, coordinatore del Forum Internazionale dell’Azione cattolica (Fiac), presidente dell’Ac argentina e presidente onorario della XV Assemblea.
L’ Assemblea si è conclusa in un emozionante incontro con Papa Francesco arricchito dalla presenza dei presidenti parrocchiali e degli assistenti provenienti da tutte le diocesi italiane, accorsi in Vaticano per questa speciale occasione. Anche dalla nostra diocesi è giunto un bel gruppo di presidenti parrocchiali insieme ad alcuni assistenti.
Al suo ingresso Papa Francesco, è stato accolto da grida festose ed innumerevoli manifestazioni di affetto e simpatia. I saluti ufficiali sono stati rivolti dal presidente nazionale Miano e da monsignor Bianchi, i quali hanno auspicato il realizzarsi di un’Azione Cattolica sempre più aperta al dialogo e hanno invitato il pontefice a contare sull’associazione per realizzare il progetto di Chiesa esposto nella sua enciclica Evangelii Gaudium.
Momento culminante del discorso di Papa Francesco è stata la “consegna”, ai membri dell’Azione cattolica, di tre verbi “che possano costituire una traccia di cammino: RIMANERE in Gesù e con Gesù, a godere della sua compagnia per essere annunciatori e testimoni di Cristo; ANDARE per le strade e far correre la Parola di Dio fino ai confini rinnovando l’impegno ad incontrare l’uomo dovunque si trovi, lì dove soffre, spera, ama e crede, lì dove sono i suoi sogni più profondi, le domande più vere, i desideri del suo cuore, lì aspetta Gesù; GIOIRE ed esultare sempre nel Signore, cantare la Fede, gioire perché il Signore vi ha chiamato ad essere corresponsabili della missione della sua Chiesa”.
A chiusura del suo discorso, il papa, ha invitato tutta l’Azione cattolica ad “evitare la tentazione della quiete, della chiusura e dell’intimismo e della serietà formale,; a non vivere una vita più simile a statue da museo che a persone chiamate da Gesù a vivere e diffondere la gioia del Vangelo”.
Particolarmente bella e significativa è stata la preghiera finale:“Chiediamo al Signore, per ognuno di noi, occhi che sanno vedere oltre l’apparenza, orecchie che sanno ascoltare grida, sussurri e anche silenzi; mani che sanno sostenere, abbracciare, curare. Chiediamo un cuore grande e misericordioso, che desideri il bene e la salvezza di tutti”.

 

di Gianfranco APREA