Vescovi campani: un convegno a settembre in vista di Firenze 2015

I vescovi campani nella due giorni a Capri hanno parlato del prossimo Convegno ecclesiale nazionale di Firenze. “Nelle diocesi – racconta l’arcivescovo, mons. Francesco Alfano – il lavoro in vista di questo importante evento è già iniziato con la scelta delle delegazioni. In Campania c’è già stato anche un primo incontro a livello regionale. E anche una riflessione sulla Traccia del Convegno ecclesiale di Firenze: “Noi – spiega il presule – l’abbiamo fatta nel Consiglio pastorale diocesano, ma adesso la delegazione regionale per il Convegno preparerà un incontro per settembre in vista di Firenze. Questo sarà il nostro contributo regionale”.
Il tema del convegno sarà “Quale umanesimo cristiano in terra campana”. L’appuntamento si svolgerà a Pompei, presso il teato Di Costanzo-Mattiello, il 5 settembre, a partire dalle ore 9. Presiederà la preghiera iniziale il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli e presidente della Conferenza episcopale campana.Sono previsti poi una serie di interventi: “Il tessuto delle relazioni (il senso della comunità e dei ritmi del tempo”)”, cura di Pina De Simone, rappresentante del laicato nella Delegazione regionale; “La ‘mistica’ del popolo (pietà popolare, fede e religiosità), a cura di don Emilio Salvatore, rappresentante del clero nella Delegazione regionale; “Il rapporto con i beni (economia, giustizia, ambiente), a cura di Mario Di Costanzo, rappresentante del laicato nella Delegazione regionale; “La rappresentazione simbolica dell’umano (i luoghi della vita quotidiana, l’arte civile e l’arte sacra), a cura di G. Agnisola, docente di arte sacra e critico d’arte). Dopo il dibattito, le conclusioni saranno affidate a mons. Antonio Di Donna, vescovo di Acerra e delegato della Cec per il convegno di Firenze.
In vista del convegno sono stati messi a fuoco quattro punti, che i vescovi vorrebbero evidenziare anche con un contributo delle singole diocesi: un umanesimo aperto alle dimensioni comunitarie e al senso della storia, che, spiega mons. Alfano, “appartiene alla nostra cultura”; un umanesimo aperto all’interiorità e alla trascendenza, quello che viene chiamato con un termine dell’Evangelii Gaudium “la mistica del popolo”, ossia la religiosità popolare; un umanesimo concreto aperto ai beni del creato e del lavoro dell’uomo, “temi che ci toccano da vicino: sia per il creato, sia per le grandi sfide del lavoro”; un umanesimo che parla il linguaggio della bellezza.
L’intento è quello di attivare una partecipazione delle diocesi attraverso una riflessione che parte dall’ascolto dell’umano nel vissuto della nostra gente, evitando riflessioni che, per quanto ben fatte, siano solo dei punti di vista parziali o calati dall’alto. Ciò in vista di una sinodalità utile da riprendere, per i vescovi, anche nella fase di ricaduta del Convegno.
Da un punto di vista operativo, ogni diocesi sceglierà una delle quattro focalizzazioni e su tale aspetto dovrà operare un ripensamento della realtà e delle sue dinamiche dal punto di vista della particolare angolazione richiesta dalla Traccia di Firenze, in preparazione al Convegno. Per ogni focalizzazione sarà predisposta una scheda operativa. L’analisi che ne scaturirà diventerà oggetto di contributo da inoltrare alla Delegazione regionale.

 

di Gigliola ALFARO