Mons. Alfano: “L’incontro con Gesù cambia la vita se ci fidiamo di Lui”

Domenica 28 giugno – XIII Domenica del Tempo Ordinario – ci presenta un passo del Vangelo di Marco:
 
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
 
Su questo ci offre un pensiero il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano: “Quanta gente ha incontrato Gesù ed è stata aiutata da Lui non solo a ritrovare la forza e la gioia della vita, ma a credere in Dio e anche in Lui, come quella donna che, lungo la strada, si avvicina e gli tocca il mantello. Porta una ferita grave che rende tutto più pesante nella sua vita: quando si sente guarita nel corpo, quando Gesù la cerca, la donna ha la possibilità davanti a Lui di raccontare la sua storia e si sente guarita anche nello spirito. La fede consente, grazie all’incontro con Gesù di ritrovare le energie fisiche e spirituali per porsi in un modo nuovo dinanzi agli altri, senza più la paura di un giudizio, di una condanna. È il proprio vissuto che si fa annuncio di un incontro che cambia la vita. La fede così ha uno spessore grande che ci consente di stabilire rapporti nuovi gli uni con gli altri, come quella famiglia che piange per quella figlia gravemente malata e poi si sente tradita di fronte alla morte che penetra violentemente nella propria casa, ma ha chiesto aiuto a Gesù. Ma cosa si può fare di fronte alla morte? Ci sono degli ostacoli insormontabili che minacciano gravemente anche il nostro cammino di fede. Eppure Gesù restituisce la ragazza alla famiglia, rientra la gioia nella casa, non è favola o magia, è l’intervento di Dio, è la presenza di Dio che ognuno di noi ha sperimentato in qualche modo nella sua vita quando è stato rimesso in piedi, quando ha potuto risalire la china dal baratro che tante volte sperimentiamo per il male e il peccato. Presenza di Dio che ci rimette in condizione di vivere da figli: le relazioni con gli altri, con noi stessi, l’apertura alla vita… Ecco la fede: il dono di Dio entra, penetra, trasforma tutto di noi, fuori e dentro, ma a una sola condizione. Incontrare Gesù e fidarsi totalmente di Lui”.
 

XIII Domenica del Tempo Ordinario 28 giugno 2015

Mons. Alfano: “L’incontro con Gesù cambia la vita se ci fidiamo di Lui”

Posted by Arcidiocesi Sorrento – Castellammare di Stabia on Venerdì 26 giugno 2015