Annalisa D’Amora ed il suo “Diario di una zitella in quarantena”

Riflessioni più o meno serie su quello che è accaduto durante il lockdown (il primo)

Se provate a chiamarla “Avvocato”, reagisce con una smorfia e una faccia scocciata. Se ritentate con l’appellativo “Bionda”, vi risponderà che va bene così. Eppure lei, è un Avvocato per davvero, ed è pure bionda. Pazzerella e scombinata quanto basta, ironica al punto giusto, intelligente come poche.

Ho conosciuto Annalisa D’Amora molti anni fa, in quelle circostanze che non si dimenticano e che ridono in faccia al tempo che passa. Eravamo in Albania, due volontarie emozionate e mescolate a tanti altri a cui quell’esperienza è rimasta dentro.

La bionda in questione, ha sempre avuto una penna interessante, oltre che una mente attenta e acuta rispetto a quanto accade nel mondo, così come ad un palmo di naso da lei stessa. Quello che si definisce pensiero critico, insomma, non le è mai mancato.

E così, un poco per sfogo e un poco perché abituata a “prendere appunti” da una vita, durante il 2020, pubblica sporadicamente interessanti e spiritosi post sulla sua pagina Facebook, che accarezzano quanto sta accadendo nella vita di tutti, in particolare nella sua.

Il materiale che avevo a disposizione, non aveva un filo logico, molti amici continuavano a suggerirmi che avrei dovuto mettere insieme i pezzi e stampare il tutto. Le mie erano riflessioni più o meno serie su quello che accadeva durante il lockdown. Così nel mese di agosto, mi sono convinta, ho messo tutto insieme ed ho aggiunto a quanto avevo, la storia di una donna che parla con tre ologrammi: la madre, legata allo stereotipo della normativa borghese, una psicoterapeuta che rappresenta l’evoluzione, e una sua amica del liceo che la rimanda al mondo dei pari. È nato così , inaspettatamente, il mio Diario di una zitella in quarantena – ci racconta Annalisa D’Amora, l’avvocato che preferisce essere chiamata “bionda”.

La persona che viene fuori da queste pagine, è orientata dalle sue esperienze terrene, ma proiettata verso una dimensione spirituale. È una combattente. il diario è attraversato da giorni che si chiamano “La voce bizzoca” e rappresenta quanto di più fecondo poteva venire fuori da quei lunghi mesi. Il risultato di questa prima stampa, improvvisa e maccheronica è stato a dir poco stupefacente.

Le persone lo sentono molto, ho stampato 260 copie poche settimane fa, lasciandole in posti differenti, sono finite in tre giorni. Il ricavato andrà ad una comunità di tossico dipendenti di Acerra. Ero pronta a stamparne altre, fino a quando, la libreria Tasso di Sorrento, non mi chiese se fossi interessata a pubblicare per davvero il mio Diario. Incredulità e felicità. Oggi, grazie al mio editore Franco di Mauro, il libro sarà acquistabile in tutte le librerie e rivenditori online, dal 21 marzo 2021”.

Eccola la quarantena che porta frutti, eccola la luce dopo il buio. Il Diario ha innescato una rete di relazioni funzionale e meravigliosa, c’è tanta magia in tutto questo. È una storia di speranza e di rinascita.

C’è bisogno di decodificare quanto è successo, viviamo un tempo unico, ma credo che bisogna avere l’intelligenza di porsi il dubbio di quanto sta accadendo. Ho avuto modo di leggere in questi giorni, “Quello che volevamo” di Alessandro Baricco, uno scrittore che amo molto. Credo che lui abbia delle belle intuizioni su questo tempo, ve lo consiglio” – conclude Annnalisa.

Annalisa, ancora oggi, dal 2004 svolge volontariato in Caritas ed è Consigliere della Fondazione Exsodus.

Clelia Esposito