Opera Diocesana Pellegrinaggi

Dal diario di don Franco:Lourdes, 10 ottobre 2019

Lourdes, 10 ottobre 2019   Ore 19.15

Ed eccoci alla conclusione. Quattro giorni passano in fretta, soprattutto se vissuti con intensità.  Ancora una volta ci siamo ritrovati a raccogliere frutti abbondanti, dopo una lunga e meticolosa preparazione. La gioia dei pellegrini si nota sui volti sereni, la si coglie nelle espressioni di gratitudine e in modo speciale nel clima fraterno che si respira nei momenti comunitari. In quest’ultima tappa del nostro pellegrinaggio abbiamo condiviso gli appuntamenti più significativi dell’esperienza proposta a Lourdes.

Innanzitutto la Messa alla Grotta. La celebrazione eucaristica al mattino presto, con l’aria piuttosto fredda, in un silenzio profondo, insieme ad altri gruppi di pellegrini italiani: è l’incontro più forte e coinvolgente, che aiuta a partecipare con grande raccoglimento al mistero centrale della nostra fede. Si rimane sempre stupiti quando ci si ritrova in questo luogo, che era ai tempi di Bernadette un vero e proprio immondezzaio e che da più di un secolo e mezzo è diventato un grande santuario all’aperto, che accoglie uomini e donne di ogni parte del mondo e li avvicina a Dio. Ogni volta che mi ritrovo a celebrare la Messa o a presiederla, come questa mattina, avverto nel cuore una immensa gioia, come un flusso di santità che raggiunge tutti e apre cammini di vita nuova per ognuno dei presenti. È il più bel miracolo che sta sotto gli occhi di tutti e che consente di guardare avanti con fiducia.

L’altro appuntamento della giornata è la processione eucaristica del pomeriggio. Il bel sole che è tornato a splendere e a riscaldare ci ha accompagnati lungo il percorso verso la basilica sotterranea, favorendo la partecipazione anche di quelli che erano più preoccupati o in difficoltà. Camminare con Gesù, andando dietro a Lui come suoi discepoli-missionari: non un mero momento devozionale, ma una scelta coraggiosa e forte, che ci permette di non restare fermi o chiusi nelle nostre paure, ma di uscire per incontrare tutti coloro che sono ai margini, senza speranza, lasciati soli da una società distratta o addirittura da una comunità ecclesiale tentata dall’indifferenza. Adorare il Signore nel silenzio del cuore e amarlo nei fratelli più poveri non sono due azioni alternative o parallele, ma l’unica vera modalità per essere testimoni del Risorto. Anche qui ci viene in aiuto Bernadette, con il suo amore all’Eucaristia e ai poveri, diventati il fine unico della sua esistenza continuata con fedeltà dopo le apparizioni, nel silenzio del monastero dove volle trascorrere il resto della sua vita.

Per questi motivi è stato facile vivere il saluto finale come una grande esplosione di gioia. È la famiglia che benedice e loda il Signore per la bella esperienza di Chiesa che ci è stata donata, ben oltre i nostri meriti e le nostre attese. Torniamo a casa con la forza dell’amore che abbiamo ricevuto e condiviso. Cercheremo di raccontarlo agli altri, più che con le parole con la nostra stessa vita… di umili servi,  contenti di esserci messi alla scuola di un Maestro che continua a ripeterci: “BEATI VOI POVERI, PERCHÉ VOSTRO È IL REGNO DI DIO”!