Gaudete et exsultate nell’Amoris Latitia

XXI SETTIMANA NAZIONALE di STUDI sulla spiritualità coniugale e familiare

Anche quest’anno si è svolta ad Assisi, e organizzata dall’Ufficio nazionale CEI dal 25 al 28 aprile, la XXI SETTIMANA NAZIONALE di STUDI sulla spiritualità coniugale e familiare, dal tema: Gaudete et exsultate  nell’Amoris Latitia: vie di santità coniugale e familiare.

Una quattro giorni ricca di spunti di riflessione e dibattito offerti ai quasi 600 delegati convenuti da tante diocesi  “per allenarsi sulle nuove frontiere della pastorale familiare e trovare la formula per tentare di riportare ossigeno nelle proprie chiese locali”, partendo dalla domanda su quali vie di santità coniugale e familiare è possibile individuare negli ultimi documenti della Chiesa  Gaudete et exsultate e Amoris Latitia, e tenendo conto dell’attuale contesto sociale così impregnato di individualismo liquido. Parlare di spiritualità della coppia e della famiglia non significa dedicarsi a un misticismo lontano dalla realtà ma, piuttosto, un atteggiamento incarnato nella realtà e in grado di “mettersi all’opera”.

Come hanno osservato Pierluigi e Gabriella Proietti nella loro introduzione, collaboratori nazionali dell’Ufficio di pastorale familiare della CEI, è in questo contesto che gli operatori pastorali sono chiamati ad accompagnare le famiglie, ad aiutarle nella formazione della coscienza.

Dagli ultimi dati in possesso sulla condizione della famiglia oggi in Italia il dato più rilevante è quello relativo al crollo dei matrimoni di cui quelli religiosi calati del 34,7%  in dieci anni; mentre per quelli civili, la flessione è stata solo del 4%, con un’impennata di separazioni (+16,9%)  e divorzi (+68,4%) e una denatalità che apre prospettive angoscianti (-20% di nascite in dieci anni).

Sebbene sia questo il contesto è possibile andare oltre, individuare cioè un percorso per tenere lo sguardo fisso su Cristo nonostante le tante fragilità che segnano la vita delle famiglie. È possibile, cioè, elevare la quotidianità a percorso di santificazione , ma senza superficialità. Tanti gli interventi interessanti a cominciare da Gianni Valente, giornalista di Vatican Insider intervenuto sul tema: La santità della porta accanto (GE 7). La famiglia è il luogo dove si compiono le sette opere di misericordia corporale (dar da mangiare, dar da bere, vestire, curare, ecc.) e spirituali (consigliare, pregare, indirizzare, sopportare, ecc.). Richiamando una citazione di J. Ratzinger, in cui si dice che “la pazienza è la forma ordinaria dell’amore”, ha inteso sottolineare come, a volte, le persone moleste siano quelle di casa. Questa pazienza è l’esercizio dell’amore in cui l’altro/a ci stimola a diventare sempre di più persone migliori, a metterci in discussione, che in qualche modo con le sue molestie, ci pungola ad uscire da noi stessi, a crescere nella capacità di amare. Poi Mons. Marco Frisina, noto soprattutto come esperto di musica e compositore, è intervenuto in qualità di biblista Ha tenuto una lectio divina sul tema “ Il Signore ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di una esistenza mediocre”, (GE 1): “ Prendete dunque l’armatura di Dio []” (Ef 6, 10-18), conducendo l’uditorio, attraverso le parole di Paolo agli Efesini, a prendere il dono dell’ armatura di Cristo: vivere la vita cristiana richiede allenamento, lotta e voglia di vincere. Ancora una volta il rimedio è rappresentato dalla pazienza, dalla capacità di sottomettersi gli uni agli altri per reggere le vicissitudini che affliggono la vita, la possibilità di aprire varchi nelle giornate più buie a colpi di sorriso, per cui un sano timore di Cristo, un rispetto reverenziale dà nuovo significato alle relazioni interpersonali. Questa lotta fatta di pazienza, perseveranza, preghiera salva la coppia, recupera la relazione interrotta. A noi è richiesta solo l’umiltà di lasciare irrompere lo Spirito nella nostra persona, nella nostra coppia.

Lo stesso papa Francesco,  nel cap. 5 di Gaudete et Excultate, ci invita a tener presente la  dimensione della lotta, della vigilanza e del discernimento: “La vita cristiana è un combattimento permanente. Si richiedono forza e coraggio per resistere alle tentazioni del diavolo e annunciare il vangelo. Questa lotta è molto bella, perché ci permette di fare festa ogni volta che il Signore vince nella nostra vita”. (GE 158)

Il cardinale De Donatis con il suo intervento, ha colpito particolarmente tutta la platea, mostrando innanzitutto il suo cuore di “pastore” vicino al proprio “gregge”. Egli ha indicato l’urgenza di tornare all’essenziale, di costruire una spiritualità familiare che parta da pochi gesti concreti, il segno di croce, il dialogo a tavola “senza telefonini”, la domenica come festa insieme, la cura della tavola come occasione per ripartire, la sessualità come ethos radicato nella redenzione del corpo. Partendo da questi, che sembrano piccoli gesti quotidiani, è arrivato poi a mettere in parallelo la vita sponsale con il triduo pasquale: il mistero della croce, passione, morte e resurrezione di nostro Signore Gesù. Ad Ezio Bolis, docente di teologia spirituale alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale di Milano, è stato affidato il tema: Amoris laetitia e Gaudete et excultate, nel solco di Lumen Gentium. Egli ha sottolineato come di fronte ad una massa voluminosa di documenti, indicazioni e sproni nel corso dei decenni ci sia sempre stata una certa resistenza o comunque, una disomogeneità, una lentezza da parte delle comunità  nel recepirli.

Forse perché, citando le sue parole “scritti in teologhese”,  anche se bellissimi. Questa considerazione ci consente di recuperare uno dei tratti più felici delle esortazioni Amoris laetitia e Gaudete et excutate di papa Francesco: la capacità di dire le stesse cose, ma con un linguaggio accessibile che attinge all’esperienza, che non dà l’impressione di dedurre indicazioni da principi giusti, ma astratti. La scelta di papa Francesco è diversa: partire dall’esperienza e far vedere come essa non è banale ma porta inscritta una verità che è compito di tutti far vivere , animare affinché non rimangano asserzioni astratte.

Non bisogna tanto focalizzare l’attenzione sulle novità che vi possono essere, non sostanziali nella dottrina, ma apprezzare soprattutto l’approccio diverso che parte dall’esperienza e si lascia istruire da essa. Infine per don Paolo Gentili,  direttore dell’ufficio nazionale della pastorale familiare della Conferenza Episcopale Italiana, a conclusione del convegno, Amoris laetitia e Gaudete et exultate sono bussole per le famiglie. Le due esortazioni poste al centro di una decina di dibattiti e una dozzina di workshop, sono state un arricchimento per i lavori del convegno e lo saranno per coloro i quali vorranno approfondirle meglio: “La vera traduzione di questi due documenti si trova in una Chiesa che si fa famiglia, dove ti senti a casa. In una comunità dove le famiglie sono custodite, sostenute. A partire dalle nozze”.

Concludendo il suo intervento, don Paolo a messo in evidenza  tre punti che hanno toccato tutti i relatori:

La santità della porta accanto

La santità deve assumere toni familiari: il marito che per stare vicino alla moglie rinuncia ad una partita di pallone o la moglie, che per il marito rinuncia ad una passeggiata con le amiche. La santità si cela nelle piccole cose quotidiane. A volte i santi ce li ritroviamo vicini e non ce ne rendiamo conto”.

Preghiera in famiglia: via di santificazione

La preghiera in famiglia è come la bombola d’ossigeno che un sub indossa per poter respirare sott’acqua. Senza ossigeno non c’è vita. Nonostante quello che si crede, la vita spirituale comincia prima di tutto in casa.

Maggior formazione per aiutare le coppie in difficoltà

C’è bisogno di più formazione, senza dubbio. Non si fa famiglia da soli, bisogna aiutarsi l’uno con l’altro. E la strada da continuare a seguire è quella che da tempo stiamo proponendo come Conferenza Episcopale Italia: un corso d’alta formazione, con un approccio veramente multidisciplinare”.