Martedì 3 novembre è stato solo l’inizio. Alla video-conferenza organizzata su Webex hanno preso parte una ventina di direttori UCS di recente nomina, collegati da tutta Italia e guidati dal Direttore dell’Ufficio Nazionale, Vincenzo Corrado, e da don Mimmo Beneventi, collaboratore dell’Ufficio per le iniziative formative.
“Chiamati a nuove forme di prossimità”, il tema dello scambio di esperienze che è andato in scena nel momento introduttivo, nel corso del quale ciascuno ha potuto raccontare qualcosa della propria situazione territoriale. Ma allo scambio e al confronto non poteva bastare l’ora e mezza di quel primo contatto, e così la condivisione sta andando avanti grazie ad uno strumento agile e versatile: una chat su Whatsapp.
Attraverso la chat è giunto ai partecipanti anche un video saluto del Direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, che ha ricordato come di fronte “alla narrativa mediatica prevalente che tende a sottovalutare il contributo offerto dalle comunità cristiane alla società civile, è molto importante che ci sia grande collaborazione tra i media nazionali della CEI e il livello locale, perché questo lavoro è veramente importante”.
Anche Amerigo Vecchiarelli ha tratteggiato ai nuovi direttori, attraverso un video messaggio, la missione dell’Agenzia Sir, da lui diretta. “Non abbiate paura – questo il suo invito finale – di raccontare la vostra realtà spingendola fuori dai vostri confini, quando essa lo merita, coinvolgendo in questo racconto anche il vostro Vescovo “.
In un continuo ping pong tra il moderatore della chat, don Mimmo, e i partecipanti, vengono condivisi interrogativi e spunti di riflessione, materiale di approfondimento e racconti di esperienze.
Come aiutare a conciliare livello personale e livello istituzionale nell’uso dei social da parte dei preti della diocesi? Come diffondere contenuti diversi anche nei modi sui vari media diocesani? Come gestire gli haters? Come offrire una comunicazione più “umana”, più vicina al popolo e meno formale? Come conciliarla con gli obblighi istituzionali?
Queste solo alcune delle domande condivise nella chat, mentre don Beneventi ha cercato di tratteggiare una comunicazione “autenticamente rispettosa, ispirata alla visione cristiana dell’uomo e della storia, che realizzi uno stile informativo comunionale e dialogico, per una missione capace di incontrare l’uomo. Una comunicazione in grado di rivelare il bello della storia, differente perché generativa di comunione e solidarietà, di uno stile cristiano per abitare l’oggi”.
Il confronto, nella chat, prosegue. Lunedì 9 alle 16.30 l’appuntamento conclusivo di queste giornate, di nuovo tutti in piattaforma. Un primo esperimento che certamente potrà essere riproposto.
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