Servizio Insegnanti di Religione Cattolica

Il lessico della sessualità nella scrittura

Venerdì 30 giugno, in un’atmosfera sinodale, alla presenza dell’arcivescovo Francesco Alfano, i docenti di IRC della Diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia hanno partecipato all’ultimo step del percorso formativo “Affettività e sessualità: l’arte di esseri umani”, presso la Casa di Spiritualità Armida Barelli.

Facendo nostra la raccomandazione di Gesù di saper distinguere i segni dei tempi (Mt.16,3)” (Papa Giovanni XXIII) è stata affrontata la tematica: “Il lessico della sessualità nella Scrittura”.

Relatore: prof. Luigi Santopaolo, docente di Ebraico Biblico presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Dopo un’attenta analisi del lessico presente nei racconti di Gn 1 e Gn 2, è emerso che la Scrittura spende tutto un racconto per la sessualità umana, che è questione di relazionalità. Dalla relazione sorge l’identità e se non c’è alterità non c’è neanche identità.

Volontà e libertà sono alla base della sessualità umana, che quindi non può essere sovrapposta alla sessualità animale. La sessualità umana prima di essere biologica è relazionale. Il professor Santopaolo ha evidenziato che cercare risposte a domande che la Scrittura non si pone, è una questione ideologica.

Se si afferma che una questione, poiché non è presente nella Bibbia, non esiste o non merita di essere affrontata, si opera un processo ideologico.  Il relatore ci ha guidati gradualmente nella comprensione di errati processi di semplificazione che si sono verificati nell’interpretazione di alcuni termini. A partire dal racconto della creazione, il primo termine “a-dam” non ha genere, non ha un singolare, non ha un plurale, indica l’umanità. Il relatore ha evidenziato che questo è un assunto chiaro a partire dalla lingua ebraica e non dalla teologia. Poi si passa alla specificazione di maschio e femmina, ma la prima creazione riguarda l’umanità, senza una caratterizzazione specifica.

La traduzione greca traduce “a-dam” con il termine ἄνθρωπος/ànthrōpos che significa persona e non uomo maschio (aner- ἀνήρ). Anche la traduzione latina, la Vulgata di san Girolamo, traduce “a-dam” con “homo” e non con “vir” che è la caratterizzazione di genere. Se “a-dam” viene interpretato come uomo maschio, la donna è un essere secondario. Se “a-dam” è interpretato come creazione dell’umanità la secondarietà della donna non è data, non è affermabile. Quindi successivamente l’errata interpretazione del termine “a-dam” sarà una scelta culturale che genererà ricadute ideologiche.

Proseguendo nell’analisi delle traduzioni di alcuni termini, è emerso l’importanza di apprendere un metodo critico, non semplificazioni ma introdurre alla complessità.

La mattinata è proseguita con il momento del pranzo comunitario, dove si è potuto sperimentare come sia bello assaporare la “convivialità delle differenze”.

Nel pomeriggio i docenti si sono suddivisi in gruppi laboratoriali, per rispondere ad alcune domande con il supporto di alcuni brani tratti dal testo di John Boswell “Cristianesimo, tolleranza, omosessualità.”.

Dalla lettura del testo è emerso che termini quali “sodomita”, “sodomia” vengono usati impropriamente nel linguaggio comune, dato che la città di Sodoma fu distrutta per il trattamento inospitale nei confronti dei visitatori mandati dal Signore. Nell’Antico Testamento “nemmeno in un solo esempio l’omosessualità viene indicata come il peccato dei sodomiti”. Anche nel Nuovo Testamento, nella interpretazione che Gesù fa del passo di Sodoma non c’è nessun tipo di riferimento di ordine sessuale o omosessuale, ma si riferisce alla mancanza di accoglienza nei confronti degli stranieri.  Nel Levitico il   termine “abominio”, “toevah” in ebraico, significava qualcosa che, secondo il rito, era impuro, era riferito alle norme della “kasherùt” della purità alimentare ebraica.

Nella condivisione conclusiva si è sottolineato il rischio di cadere nell’ideologia nel tentativo di rispondere alle ideologie contemporanee. Necessita restare fedeli alla Scrittura, nel suo significato semantico originale, senza forzature.

L’orientamento sessuale non è una questione presente nella Scrittura.  La proposta antropologica della Chiesa è una proposta integrata, che entra in dialogo con le alterità. La mancanza di accettazione della diversità genera ghettizzazione ed emarginazione, genera il male nella società, mentre si rende necessaria l’accoglienza del diverso da sé.

Come affermato dallo stesso relatore, “lo scopo della giornata di formazione era mettere in crisi alcuni punti troppo fermi rispetto all’essere umano che è una realtà in evoluzione. Il tema resta aperto, non abbiamo trovato soluzioni ma solo altre domande. Agli educatori spetta un compito arduo, difficilissimo, impegnativo.  Ma se si è capaci di chiedere aiuto, creando reti di bene, si potrà continuare    a testimoniare il Vangelo, attraverso l’insegnamento dell’IRC. Vangelo che ha come presupposto fondamentale accogliere ed amare ogni uomo o donna che è poi l’assunto paolino «Non c’è qui né Giudeo né Greco, non c’è né schiavo né libero, non c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù». (Gal 3,28)”

Da educatori occorre far nascere negli alunni ed alunne un atteggiamento critico ed essere consapevoli di non avere risposte preconfezionate: ogni persona umana ha la propria storia, il proprio vissuto, bisogna tener conto dell’evoluzione personale di ogni adolescente, ed accompagnarlo nell’esprimere pienamente la propria identità.

La complessità della tematica ed il necessario approfondimento sono evidenti, ma soprattutto necessari in un’ottica di “life-long learning”. Ringraziamo il prof. Luigi Santopaolo per la chiarezza espositiva, sempre legata alla fedeltà al testo della Scrittura, come si potrà sperimentare nell’ascolto delle registrazioni.

Scarica le registrazioni:

Intervento Santopaolo Prima Parte

Intervento Santopaolo Seconda Parte

 

 

Teresa Zampino, docente IRC