Il lettorato: una vocazione, una responsabilità!

Rito di istituzione del lettore ai 3 candidati diaconi permanenti

  • Sarò istituito lettore, sai?!
  • Che cambia, scusa? Anch’io, ho sempre letto durante la Messa!

Sorrido, lo abbraccio e prima di andar via gli do appuntamento per domenica 21 gennaio presso la parrocchia Santissima Annunziata in Castellammare di Stabia, quando io, Gennaro Quagliarella e Gaetano Amodio riceveremo il ministero del lettorato dalle mani del nostro vescovo Francesco.

  • Marco, “vieni e vedi”.
  • Ci sarò!

Come posso far comprendere la ricchezza e la profondità del lettore istituito a Marco e a tutti coloro che frequentano le nostre realtà parrocchiali?

Iniziamo dal principio: la chiamata ad essere lettori, perché è una vocazione, non si esaurisce nel leggere in chiesa o nel proclamare le letture domenicali. È anche questo, ma non solo!

Il lettore presta, indegnamente, la propria voce a Cristo! È un compito al quale si viene chiamati. Comporta quindi una risposta e una responsabilità a rispondere.

Secondo punto, la Parola di Dio va proclamata e non semplicemente “letta”.

Cosa significa? La Parola risuona nell’assemblea con il timbro, la persuasione e la forza della voce e della persona che la propone: una riconosciuta testimonianza di vita vissuta, la rafforza; la palese contraddizione di una condotta morale, l’indebolisce; una proclamazione attenta, chiara e puntuale, la esalta; una lettura sciatta, affrettata o puerile, la vanifica”. (Cfr. sussidio Celebrare in spirito e verità). Quindi il lettore non legge per sé ma proclama pubblicamente, per gli atri. Proclamare, significa anche mettersi al servizio della Parola e del popolo in ascolto. Pertanto, con umiltà, disponibilità e perseveranza, evitando di porre sé stesso al centro dell’attenzione, il lettore istituito deve prendere sul serio il proprio ministero, come una vera vocazione, vivendo un cammino di fede personale fatto di fedeltà ai Sacramenti dell’Eucaristia e della Penitenza, una preghiera personale, la partecipazione alla vita della Comunità e inseguire una solida formazione biblica.

Ultimo punto non meno importante, durante il Rito per l’istituzione del lettore si vive un rito esplicativo: la consegna della Sacra Scrittura accompagnato dalle parole: “Ricevi il libro delle sante Scritture e trasmetti fedelmente la Parola di Dio, perché germogli e fruttifichi nel cuore degli uomini”.

Il lettore istituito è chiamato ad una effettiva missione: far fiorire la Parola di Dio nel cuore degli uomini. La domanda sorge spontanea, come fare?

Un domani, se Dio vorrà, saremo ordinati diaconi permanenti, autorevoli annunciatori della Parola, credendo ciò che proclamiamo, insegnando ciò che crediamo e vivendo ciò che insegniamo. Ecco la risposta a tale domanda: non amando a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. (Cfr. 1 Gv 3,18). Per Dio, ogni uomo ha un solo nome e quindi una sola vocazione. E questa è per ciascuno quella battesimale, che matura in diversi modi, secondo le strade scelte dal Signore, secondo il proprio stato di vita. Non essendo, noi, chiamati al presbiterato, non esauriremo la nostra responsabilità in compiti interni alla comunità parrocchiale ma, innanzitutto, attraverso la famiglia (moglie e figli) e il lavoro, diventare testimoni di Cristo in una missione che ha i confini del mondo nelle periferie dove ‘giacciono’ gli abbandonati, gli esclusi, gli emarginati, gli scartati, i delusi, gli scandalizzati e i dimenticati, portando loro, una luce, una parola o, meglio la Parola, la Luce, quella che illumina il cammino di ogni uomo. (Cfr. Sal 118).

Gennaro Comentale, candidato al diaconato permanente