Il metodo We-building per una pastorale di comunità

Si è tenuto il 24 e il 25 febbraio, presso la casa di spiritualità Armida Barelli (Meta di Sorrento), il weekend di formazione “Il metodo We-building per una pastorale di comunità” rivolto agli operatori pastorali impegnati nella conduzione di gruppi. Erano presenti operatori dalle diverse parrocchie della diocesi, soprattutto coloro che si occupano di pastorale familiare.
 
Il weekend formativo ha avuto lo scopo di promuovere uno stile efficace di conduzione del gruppo, con l’obiettivo di migliorare il benessere delle realtà pastorali.
Il percorso formativo è cominciato con la presentazione del metodo di lavoro We-Building, termine che sta per “Costruzione del Noi” ideato dai dott. ri Mariano Iavarone, consulente psicosociale e relazionale, counsellor, e Giuseppe Iorio, formatore esperto in lavoro di gruppo e relazione educativa. Lo strumento attraverso cui si realizza la “costruzione del noi” è il gioco.     Andare oltre l’individualità e arrivare alla squadra è l’obiettivo del lavoro di We-building.
 
Nella fase iniziale abbiamo stipulato un patto formativo, in cui si é sottolineato fin da subito, che non sarebbe bastato un solo weekend per apprendere, tramite l’esperienza, come essere un buon animatore di gruppo.
 
Si é scelto così di approfondire esclusivamente gli aspetti della motivazione e della cooperazione, essenziali per un buon funzionamento di gruppo.
 
Si é sottolineato che il percorso si sarebbe svolto mediante un apprendimento esperienziale, e, nello specifico, giocando, attivando le dimensioni cognitive, emotive e sensoriali.
 
Prima però di cominciare a capire come motivare un gruppo e incentivare la cooperazione, é stato necessario scoprire quali sono i punti di forza e di debolezza che caratterizzano ognuno dei presenti, in quanto animatori di gruppo.
 
Alcuni immagini evocative, a forte impatto emotivo, sono state scelte da ciascun partecipante quali propri punti di forza e di debolezza,  e sono stati raccontati e messi in comune nel grande gruppo.
 
Si é continuato poi a lavorare in piccoli gruppi approfondendo:
-punti di debolezza del conduttore
-ostacoli prevalenti nel gruppo
-proposte per migliorare la situazione
 
Nei gruppi é emerso come la mancanza di motivazione sia un fattore che incide notevolmente sul funzionamento delle realtà pastorali da cui provengono i partecipanti e che, a volte, può portare allo sfaldamento dei gruppi. L’incapacità di condividere gli stessi obiettivi, le aspettative non condivise, che ogni membro del gruppo ha rispetto agli stessi obiettivi, ne ostacolano il funzionamento. C’è chi si vede più trascinatore e vede gli altri, demotivati, disinteressati a dare un contributo. E’ stato un interessante momento di condivisione e conoscenza delle varie realtà presenti in diocesi.
 
Al lavoro svolto nei piccolo gruppi é seguita una riunione in plenaria dove si sono delineate le caratteristiche di un buon animatore di gruppo.
  • La capacità di stare in relazione
  • la mission e la vision
  • avere e porre degli obiettivi audaci
  • essere empatico e creativo, facilitatore
  • assumersi la responsabilità della scelta
  • educare alle scelte
  • agire con gratuità e creatività
 sono alcune delle prerogative del conduttore di gruppo efficace.
 
Il weekend di formazione é continuato il giorno seguente con l’approfondimento della realtà della cooperazione di un gruppo attraverso diversi giochi. Il primo vede l’utilizzo di una superficie di un tavolo in un equilibrio precario. Per tutti, è diventato metafora dell’equilibrio della diocesi: ciascuno, con il proprio contributo e impegno specifico, si sente responsabile del mantenimento e del funzionamento della diocesi.
 
Coloro che hanno giocato si sono divertiti, ne sono usciti alleggeriti, c’è stato chi, arrivato al mattino adirato, si è “calmato”, chi ha “sentito” il gruppo e ha percepito di essere in un’organizzazione stabile, tesa al raggiungimento dell’obiettivo, ma anche chi si è portato via dei dubbi sulla natura dell’esperienza e dell’effettiva ricaduta sulla propria capacità di condurre un gruppo.
 
Il nostro arcivescovo, Mons. Alfano, che da sempre ci sostiene in questo progetto di formazione, ha partecipato raggiungendoci a fine mattinata e mettendosi in gioco in prima persona. Prima del pranzo ha celebrato la santa messa, in cui le famiglie hanno portato all’altare anche  il loro sforzo di formarsi, simboleggiato da alcuni oggetti usati per un gioco.
 
Le attività di gruppo sono proseguite poi nel pomeriggio della domenica con altri giochi in cui il grande gruppo, ricostituito dopo la precedente suddivisione in squadre, si è impegnato alla ricerca di un unico ritmo, su cui sintonizzarsi tutti. Quel ritmo è fatto di attese, di pazienza, di passi fatti per andare incontro all’altro, di attenzione alla comunicazione non verbale, ai movimenti del corpo.
 
L’esperienza formativa è continuata con un altro gioco in cui i partecipanti si sono confrontati con un compito incentrato sulla cooperazione e in cui ci si è accorti che è necessario che il “centro” del gruppo sappia coinvolgere chi è alla “periferia”, affinché il gioco riesca.
 
Al termine delle attività si sono riprese un po’ le fila di quanto emerso nelle varie esperienze di gruppo vissute. Si è sottolineata l’esigenza di continuare a lavorare su alcuni aspetti specifici quali:
  • la definizione di una mission di gruppo e dei valori condivisi;
  • la gestione di un conflitto sorto nel gruppo;
  • l’utilizzo di una comunicazione che tenga conto degli aspetti non verbali e contribuisca al miglioramento della coesione di gruppo.
L’intervento conclusivo di Mons. Alfano ha sottolineato l’importanza di curare la dimensione umana della persona, proprio perché Gesù è vero Dio e vero uomo. Ci ha incoraggiato a continuare ed ha auspicato che questo metodo possa essere ancora approfondito sia dagli operatori di Pastorale familiare, che dagli altri e, perché no, dai presbiteri.
 
Il prossimo weekend di formazione si terrà il 14 e il 15 aprile, sempre ad Alberi. Il tema dell’incontro sarà: “La pastorale familiare alla luce dell’Amoris Laetitia”e sarà tenuto da don Carmelo Torcivia, teologo della Diocesi di Palermo.
Il Servizio diocesano di Pastorale della Famiglia