Il rinnovamento della pastorale alla luce dell’Amoris Laetitia

Si è svolto nella casa Armida Barelli ad Alberi il 14 e 15 aprile u.s. il secondo incontro di formazione per gli operatori di pastorale famigliare, sotto la guida di don Carmelo Torcivia, teologo pastoralista della diocesi di Palermo, il quale ha magistralmente introdotto e condotto tre momenti distinti nell’arco del weekend, basandosi sul testo e mirabilmente commentando la Amoris Laetitia (AL), Esortazione Apostolica postsinodale del Santo Padre Francesco. Dopo ciascuna esposizione, si sono svolti dei laboratori in cui ogni partecipante ha potuto mettere in comune la propria esperienza, le riflessioni sollecitate da don Carmelo e proposte operative, che sono poi state condivise in assemblea.
Il prof. Torcivia ha iniziato la sua esposizione con una introduzione generale sullo spirito che sottende all’esortazione AL. Il Papa ci invita a formare le coscienze, non a pretendere di sostituirle (AL 37). La chiesa, che siamo noi, dovrebbe proporre strade di felicità, avendo Gesù come modello, Lui non perdeva mai la vicinanza a tutte le fragilità, pur presentando un ideale esigente (AL 38).
Tutto ciò ci porta ad interrogarci su cosa sia realmente la misericordia, ovvero, se l’abbiamo compresa. Al numero 311 il Papa dice che “a volte ci costa molto dare spazio nella pastorale all’amore incondizionato di Dio.” Invece, non possiamo mai pensare di essere in grado di pagare il nostro riscatto, di guadagnare la nostra salvezza con le nostre azioni. Ci ha già salvato Gesù e la misericordia che riceviamo è completamente gratuita, destinata a ciascuno è, per questo, è pienezza della giustizia. È vero, però, che facciamo fatica a gustare la gratuità: ci è più facile dare che ricevere mentre dovremmo abbandonare una morale fredda, da scrivania, e operare nel contesto di un discernimento pastorale carico di amore misericordioso. (AL 311-312; dal 201 al 211).
Passando poi ai tre temi, don Carmelo ha affrontato:
1. La pastorale in preparazione remota e prossima al matrimonio.
E’ rivolta agli adolescenti e alla fascia universitaria, la preparazione remota al matrimonio cristiano (AL 208).
E’ rivolta ai fidanzati consolidati, la preparazione prossima al matrimonio cristiano (AL 207, 209-211).
Questa pastorale rappresenta un punto difficile nell’era attuale, eppure fornisce motivi e concretezza di speranza in un futuro migliore, se opportunamente ed efficacemente perseguita.
Oggigiorno:
·         è finita l’apertura del sacrificio e la cultura che lo generava, scaturita in passato da un grande e naturale senso del dovere;
·         è cambiato l’orizzonte di attesa del partner: dal matrimonio di “sistemazione” (don Torcivia ha portato l’esempio del matrimonio combinato tra il maschio di fine ‘800 e la “buona massara”) al matrimonio “perfezionista” (ha portato l’esempio del matrimonio che la moglie mette in discussione semplicemente perché il marito comincia una chat con un’estranea): “… l’altro come compagno di strada, al di là dei limiti della relazione, … non soddisfa più tutti i sogni prima accarezzati.” (AL 238);
 
·         ci manca un’ intelligenza e sana furbizia educativa ( ha portato il buon esempio dei genitori che, dopo l’ennesima monelleria del loro bambino, non lo puniscono come le altre volte, ma invece gli fanno un dono; oppure dei genitori furbi che regalano il mobilio al figlio prossimo sposo, ma lo lasciano volutamente incompleto perché gli sposi si impegnino e responsabilmente scelgano poi come completarlo per le loro necessità future).
 
2. La pastorale familiare ordinaria
Alcuni punti fermi per la pastorale della famiglia sono:
·         La famiglia è la piccola Chiesa domestica (la AL ha il merito e la novità di aprire la famiglia come Chiesa domestica, in armonia ma anche aldilà della parrocchia stessa; AL 227: “… creare spazi settimanali di preghiera familiare, perché la famiglia che prega unita resta unita”)
·         La Chiesa va vista come una realtà di simpatia, non un mondo di doveri e divieti
·         l’educazione all’affettività deve avere un ruolo centrale
·         l’azione pastorale non può più essere monolitica e precostituita, ma piuttosto un “pacchetto di offerte” e “giardino variegato”: quindi non solo “gruppi famiglia”, ma anche relazioni dirette tra persone, agape personale con il parroco, momenti di spiritualità e di preghiera
·         l’azione pastorale non può più prescindere da contributi esperti di psicologi e sociologi
·         occorre nuova ed efficace attenzione da parte del parroco e dei suoi collaboratori (AL 230: “È vero che molte coppie di sposi spariscono dalla comunità cristiana dopo il matrimonio, ma tante volte sprechiamo alcune occasioni in cui tornano a farsi presenti, dove potremmo riproporre loro in modo attraente l’ideale del matrimonio cristiano e avvicinarli a spazi di accompagnamento: mi riferisco, per esempio, al Battesimo di un figlio, alla prima Comunione, o quando partecipano ad un funerale o al matrimonio di un parente o di un amico. Quasi tutti i coniugi riappaiono in queste occasioni, che potrebbero essere meglio valorizzate. Un’altra via di avvicinamento è la benedizione delle case, o la visita di un’immagine della Vergine, che offrono l’occasione di sviluppare un dialogo pastorale sulla situazione della famiglia.
 
Oggigiorno:
la coppia ha bisogno periodicamente di “fermarsi” ed avere il tempo-spazio di parlarsi (ha portato il buon esempio della coppia che decide e fermamente porta avanti “il venerdì sera è solo per noi due”)
AL 224: “Questo cammino è una questione di tempo. L’amore ha bisogno di tempo disponibile e gratuito, che metta altre cose in secondo piano. Ci vuole tempo per dialogare, per abbracciarsi senza fretta, per condividere progetti, per ascoltarsi, per guardarsi, per apprezzarsi, per rafforzare la relazione. A volte il problema è il ritmo frenetico della società, o i tempi imposti dagli impegni lavorativi. Altre volte il problema è che il tempo che si passa insieme non ha qualità. Condividiamo solamente uno spazio fisico, ma senza prestare attenzione l’uno all’altro.”
AL 226: “… è bene interrompere le abitudini con la festa, non perdere la capacità di celebrare in famiglia, di gioire e di festeggiare le belle esperienze
 
La crisi (viene dal greco “krino” e dal latino “cerno” e richiama il dialettale “crivo”) va intesa con un’accezione positiva e non negativa come nel senso comune: crisi significa riflettere, riprogettare, raggiungere un nuovo equilibrio; “… ci sono crisi comuni che accadono solitamente in tutti i matrimoni ad es.:
·         la crisi degli inizi, quando bisogna imparare a … a distaccarsi dai genitori
·         la crisi del “nido vuoto”, che obbliga la coppia a guardare nuovamente a sé stessa dopo il matrimonio dei figli (AL 235)”.
 
3. Pastorale dei separati, divorziati e riaccompagnati
Oggigiorno:
la coppia è estremamente fragile ed è veramente facile ritrovarsi nello stato di separati, divorziati e riaccompagnati.
 
La Pastorale dei separati, divorziati e riaccompagnati, alla luce della AL:
1)      passa per la strada della “coscienza”.
E’ necessario un percorso di formazione della coscienza dei fedeli che si trovano in questo stato ed un loro accompagnamento ad una consapevolezza: servizio di aiuto alla rivelazione di te stesso, perché la coscienza è sovrana e sovranamente libera
La coscienza
·         richiede il massimo della considerazione da parte del credente:
·         un problema o decisione, se il discernimento non è chiaro, richiede di fermarsi
·         di fronte all’Eucarestia, l’interessato (separati, divorziati ed abbandonati) decida in termini di coscienza, non o non più in termini di norme e si confronti col suo padre spirituale!
·         di fronte all’Eucarestia, il celebrante non la rifiuti mai!
 
2)      La pastorale di accompagnamento dei separati, divorziati e riaccompagnati richiede ed impone al presbitero:
·         competenze e strumenti metodologici che normalmente non fanno parte della formazione al seminario (ad es. psicologia)
·         aggiornamento personale e formazione permanente
 
In conclusione, il nostro arcivescovo, che ha partecipato ai lavori dell’intera giornata, nel ringraziare, apprezzare e rinforzare quanto detto nel 2° weekend di pastorale familiare, ha detto “… tutto questo non resti per noi solo, un piccolo gruppo qui riunito ad Alberi, ma per le nostre parrocchie e per tutti i credenti”.
 
Il servizio diocesano di pastorale della famiglia