L’incontro, semplice e intenso, con Benedetto XVI

“È stato un incontro intenso, in semplicità, ma anche nella profondità di Pastori che percepiscono di essere alla presenza del Signore, di essere stati chiamati da Lui e di essere servi della comunità. Così ci ha introdotti il Papa, parlando dei giovani. Lo spunto è stato offerto oggi dalla festa di San Giovanni Bosco”. Lo ha affermato oggi il nostro Arcivescovo, mons. Francesco Alfano, dopo l’incontro con Benedetto XVI, in occasione della visita ad limina dei Vescovi campani. “La Chiesa, ci ha detto il Papa, è fatta di giovani e deve essere giovane. Il Pontefice ha concluso l’incontro, dopo più di un’ora, dopo aver ascoltato la descrizione di noi Vescovi, citando il passo della Lumen Gentium, nel quale si parla della Chiesa che cammina tra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio. Con questa grande speranza si è concluso l’incontro, speranza che viene da segni concreti che leggiamo nelle nostre Chiese e che il Papa ci ha invitato a coltivare. Segni che rendono le nostre Chiese vive e pronte a testimoniare il Vangelo”, ha ricordato mons. Alfano.
Il nostro Pastore ha continuato il suo racconto dell’incontro con il Successore di Pietro: “Quando ci siamo presentati al saluto, subito il Papa ha ricordato la nostra come la zona più bella del mondo. Io gli ho ricordato di Capri che lo ha nel cuore per le sue visite e il volto del Pontefice si è per un attimo illuminato. Quando poi gli ho presentato i messaggi dei giovani e dei rappresentanti del mondo del lavoro, raccolti in una pubblicazione a colori, il Papa è restato incuriosito. Aprendo la pubblicazione, è apparsa la lettera scritta a mano da un ragazzino ospite di una casa famiglia. Così gli ho spiegato che questi ragazzi sono accompagnati da giovani che li aiutano. Il Pontefice si è mostrato molto interessato”.
Mons. Alfano ha, poi, presentato la diocesi parlando del suo recente trasferimento dalla diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia: “Gli ho detto che mi inserisco in una storia dove il mio predecessore ha lavorato molto sul tema dell’unità, essendo la nostra una diocesi nata dalla fusione di due antiche, ricche diocesi che hanno tanto in comune e tante realtà diverse. Ho accennato al Sinodo, che è stato il cammino della Chiesa che ha portato a delle scelte di fondo, che ora tocca anche a me tradurre e attuare. Ho parlato poi del clero: la nostra diocesi è particolarmente benedetta per le vocazioni, pur non essendo una diocesi grande. Abbiamo anche molti preti giovani: il Papa si è molto interessato a questo ed è stato molto stimolato dal numero delle vocazioni; mi ha chiesto, perciò, di stare molto vicino ai giovani che vivono questo cammino”. Il nostro Arcivescovo ha descritto anche le popolazioni che compongono la diocesi, con le loro caratteristiche: la religiosità tradizionale, la cultura dell’accoglienza, la familiarità, “quei valori e virtù che la tradizione ci ha lasciato in un contesto che però va velocemente trasformandosi, soprattutto per i gravi problemi del lavoro”. Mons. Alfano ha descritto al Papa la situazione “accennando alla Penisola sorrentina con la sua vocazione turistica, che continua a resistere malgrado le difficoltà”, ma soprattutto soffermandosi “sulla zona stabiese, con Castellammare città simbolo di una trasformazione in atto, che vede le nostre popolazioni in ginocchio. Ho accennato alla Fincantieri e alle Terme. Ho detto che ci siamo preparati a questo incontro, ascoltando i lavoratori che hanno inviato il loro messaggio di speranza e che chiedono al Papa che, con la preghiera, la voce e la presenza, sia vicino a loro. E Benedetto XVI lo ha assicurato”.
Mons. Alfano ha portato al Papa anche i saluti e la preghiera del Vescovo predecessore, mons. Felice Cece, e si è soffermato sui giovani, “con le loro caratteristiche, con il loro impegno in tante comunità della diocesi, e con il desiderio di trasformare la realtà, nonostante le gravissime contraddizioni in cui una buona fetta di loro rischia di cadere o è già caduto”. Alla fine l’Arcivescovo ha accennato alla scelta di mons. Cece delle Unità pastorali, quindi “di questo grosso messaggio come Chiesa a camminare insieme e collaborare” e del suo “impegno a ripartire da qui”. “Ho parlato anche della vita religiosa – ha aggiunto mons. Alfano – con tantissime religiose, più di 400, molte delle quali inserite anche nella vita pastorale. Ho detto al Papa anche degli impegni grossi della Caritas, con le mense, i dormitori”. Alla fine del discorso, il Pontefice ha chiesto se ci sono ancora vocazioni tra le religiose e mons. Alfano gli ha spiegato che in alcuni istituti ci sono, come le Alcantarine, mentre altri soffrono.
A livello generale, parlando della Campania, il card. Crescenzio Sepe, presidente della Conferenza episcopale campana e arcivescovo di Napoli, ha detto che talvolta è costretto a gridare di fronte alle situazioni difficili. Il Papa ha risposto che il Pastore deve gridare, alzare la voce, per difendere la sua gente, per amore. Al Pontefice sono stati presentati i mali sociali che affliggono le nostre terre: malavita, una mentalità mafiosa che non consente lo sviluppo, la disoccupazione, la droga, l’usura. Il Papa ha esortato molto alla formazione, dopo aver ascoltato che ci sono molte scuole di formazione socio-politica nelle diocesi. Benedetto XVI è restato anche molto contento di un’idea che si sta sviluppando in regione, a partire da Napoli, di un catechismo ripensato e riletto a partire dalle nostre terre. Ha quindi esortato ad andare avanti. Il Papa ha anche invitato i vescovi a essere vicini ai preti sostenendoli a spendersi per la gente rimanendo fedeli al Signore.