L’incontro al Pontifico Consiglio per i laici

È stata molto impegnativa la terza giornata del Vescovi campani per la visita ad limina in Vaticano.
Tre appuntamenti di mattina, con incontri in altrettanti dicasteri: Pontificio Consiglio per i laici, Congregazione per il clero e Congregazione per l’educazione cattolica. Nel pomeriggio celebrazione eucaristica nella basilica di San Paolo fuori le mura e un fuori programma alla Casa dell’Opera della Chiesa, nel quartiere Villa Bonelli di Roma. 
Al Pontificio Consiglio per i laici i presuli sono stati accolti dal segretario, mons. Josef Clemens, e dai membri delle varie sezioni di cui è composto lo stesso Pontificio Consiglio.
 
Per i Vescovi campani ha offerto un quadro della situazione mons. Lucio Lemmo.
In regione c’è un buon coinvolgimento dei laici nella pastorale ordinaria, soprattutto per quello che riguarda le attività interne, mentre ci sono più difficoltà ad animare ad extra.
C’è uno sbilanciamento del laicato, quindi, a favore della vita interna: ci sono animatori di gruppi, catechisti, persone impegnate nella Caritas, mentre c’è poco impegno nelle realtà esterne sociali, civili e politiche.
Ma il potenziale è alto. Ci sono tanti segni di speranza, soprattutto per le associazioni laicali, il volontariato, le consulte di aggregazioni laicali, anche se in questo momento si avverte un po’ di stanchezza. C’è comunque una ripresa della corresponsabilità e lo spirito di comunione che si è fatto più vivo. “Anch’io – dice il nostro Arcivescovo – sono testimone di questo desiderio tra i responsabili di associazioni e movimenti di incontrarsi e lavorare insieme”.
La pastorale giovanile c’è in tutte le diocesi, ci sono le consulte che funzionano abbastanza. A livello regionale, attraverso la consulta regionale, si cerca di offrire un aiuto nel campo formativo, con una buona partecipazione.
La Giornata mondiale della gioventù è molto sentita e ha sortito un effetto positivo nelle diocesi campane in quanto sta creando una vera mentalità di pastorale giovanile in regione, con un’attenzione più organica al mondo giovanile, ad esempio attraverso il Progetto Policoro. “Nella nostra diocesi – ricorda mons. Alfano – in occasione della visita alle unità pastorali stiamo lanciando un gesto concreto per i giovani, che riguarda proprio il Progetto Policoro, in modo da farlo conoscere meglio come una delle forme per stare vicino ai giovani in una fase così delicata e difficile di crisi”.
In realtà, durante l’incontro al Pontificio Consiglio per i laici è emerso che questa opportunità del Progetto Policoro non è ancora compresa e vissuta in tutta la sua ampiezza. “Ci sono diocesi che stanno investendo sul Progetto Policoro – sottolinea l’Arcivescovo – come la nostra”.
Tra le prospettive della pastorale giovanile, si è parlato di formazione alla legalità, dell’attenzione ai problemi del territorio e ai disagi del mondo giovanile. “In Regione – fa notare il nostro Pastore – ci sono dei problemi comuni per i quali il Servizio di pastorale giovanile regionale potrebbe offrire proposte concrete”.
 
 
Mons. Clemens ha insistito molto sulla formazione; soprattutto in quest’Anno della Fede si potrebbe recuperare quello che il Papa ha indicato: il Concilio Vaticano II e il Catechismo della Chiesa cattolica, anche perché spesso i laici non sono preparati, a scapito di un’identità forte. Questa, secondo il segretario del Pontificio Consiglio per i laici, potrebbe essere la causa della carenza di laici nell’impegno pubblico, civile o politico.
Sono intervenuti anche i responsabili dei vari settori del Pontificio Consiglio per i laici. Parlando ancora dei giovani, è stato detto che sono il futuro della Chiesa e sono il miglior investimento che la Chiesa può fare. Anche Benedetto XVI si è occupato spesso di pastorale giovanile.
Partendo dall’esperienza della Gmg, il Papa ha offerto alcune piste per la programmazione: il volontariato, l’adorazione, il sacramento della penitenza, l’universalità, il pellegrinaggio, che può essere recuperato come un cammino fatto di tappe. È fondamentale anche un altro elemento che si vive nella Gmg e che dovrebbe essere valorizzata nella pastorale ordinaria: si tratta dell’amicizia.
Per quanto riguarda le donne, è stato detto che avendo recuperato la dimensione femminile, si registra una maggiore fragilità tra gli uomini. Invece, bisogna accettare le diversità e integrarle: ed è questa la visione che la Chiesa ha della persona umana.
Un altro aspetto evidenziato è la difficoltà di conciliazione dei tempi del lavoro e della famiglia per la donna. Questo settore del Pontificio Consiglio per i laici sta ora preparando un seminario di studio a partire dalla “Mulieris Dignitatem”, di cui quest’anno si celebra il 25°. In questa lettera enciclica Giovanni Paolo II scriveva che “Dio affida l’essere umano alle donne”. Sul rapporto tra l’umanità e le donne si svilupperà il seminario.