L’incontro alla Congregazione per l’educazione cattolica

In questo incontro, al quale è stato presente il segretario, mons. Angelo Vincenzo Zani, è stato affrontato il tema del futuro dei seminari e delle università teologiche. A parlare del primo tema è stato mons. Arturo Aiello, del secondo mons. Antonio Di Donna.
Questi temi sono stati affrontati alla Congregazione per l’educazione cattolica, ma tra una settimana la competenza passerà alla Congregazione per il clero.
Dalla precedente visita ad limina, si è lavorato molto sul problema dei seminari in Campania. Dai 250 seminaristi di allora si è passati agli attuali 301.
Ci sono delle proposte che si auspica si potranno realizzare dal 2015, cioè di ridurre il numero dei seminari, di pensare a seminari interdiocesani, con rettori ed équipe di animatori nominati dall’unico soggetto responsabile che sarà la Conferenza episcopale regionale, con un progetto formativo comune.
  
Si è parlato anche del periodo propedeutico. “Bisogna accompagnare i giovani nella fase del discernimento – ci spiega mons. Alfano – ma bisognerebbe anche, come ha sottolineato anche la Congregazione, che il periodo propedeutico, che non è necessariamente un anno, sia vissuto in un luogo diverso dal seminario e nell’équipe formativa, per evitare di pensare che sono giovani usciti dal seminario. Si tratta invece di ragazzi che vivono un periodo per capire meglio la propria strada”.
 
Si è parlato anche del rapporto tra seminari e facoltà teologiche, dove gli insegnanti non sono solo docenti ma anche formatori.
E dove gli educatori dei seminari sono chiamati anche a seguire la formazione intellettuale, non sempre appropriata fino in fondo.
La Congregazione ha anche fatto un sondaggio per valutare l’esperienza del seminario minore, che si vorrebbe riproporre ma con modalità totalmente nuove.
Per le facoltà, c’è una rete che comprende le due sezioni della Facoltà teologica (sezione San Tommaso e sezione San Luigi), istituti affiliati alla Facoltà dell’Italia meridionale in Basilicata e in Calabria e gli istituti superiori di scienze religiose. Il livello sostanzialmente è buono, c’è però una diminuzione di studenti, una ristrettezza di bilanci, docenti stabili che sono impegnati anche in altre attività.
Inoltre, c’è un livello di partenza degli studenti variegato e non sempre sufficiente per affrontare percorsi del genere. Si è parlato anche della collaborazione tra facoltà teologiche e Università statale. C’è anche la cappellania all’Università di Napoli e di Salerno.
Infine, la Congregazione ha fatto un accenno alla difficoltà che sta vivendo in questo momento la scuola cattolica per i tagli ai fondi. Questo problema chiama in causa anche la qualità del percorso formativo che si propone.