Mons. Alfano: “La misericordia di Dio non solo perdona i nostri peccati, ma ci introduce nella vita nuova”

Domenica 20 marzo –Domenica delle Palme – ci presenta la Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca, di cui riportiamo il passaggio commentato dal nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
 
Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».
Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
 
Su questo passo del Vangelo ci offre un pensiero il nostro arcivescovo:
“La Settimana Santa inizia con l’accoglienza di Gesù, che entra in trionfo a Gerusalemme. Ascoltando il lungo racconto della Passione, ci fermiamo in silenzio dinanzi al Signore che va sulla Croce a morire per noi. È il racconto dell’amore di dio, della sua misericordia, della sua tenerezza infinita, al punto che non si tira indietro dinanzi al rifiuto dell’uomo. E, dopo aver osannato Cristo come re di pace, alziamo lo sguardo al trono della Croce. Nel lungo racconto della Passione c’è una scena che in modo particolare ci colpisce e ci invita al silenzio della meditazione e dell’adorazione: Gesù è tra i due malfattori; dopo essere stato insultato e aver chiesto perdono per coloro che lo hanno crocifisso, Egli è presentato accanto ai due che subiscono la stessa pena. Mentre uno dei due lo insulta, l’altro si rende conto che colui che ha accanto e sta subendo la stessa pena è un uomo giusto e innocente. Avverte misteriosamente la presenza di Dio, che non lo ha lasciato solo malgrado tutta la sua vita sia rovinata. È all’ultimo istante: è perduto per sempre? Ecco, l’annuncio straordinario della misericordia di Dio: c’è speranza persino per lui e quando si rivolge al Crocifisso Messia riconoscendo che il suo regno va oltre questa dimensione terrena e si affida a Lui, si sente dire una parola inattesa, sorprendente, bella e grande anche per noi. ‘In verità ti dico, già oggi sarai con me in Paradiso’: è una parola che apre una prospettiva straordinariamente forte ed efficace, è una prospettiva di vita. La misericordia di Dio non solo perdona i nostri peccati, ma ci introduce nella vita nuova. Dalla morte di Cristo nasce la vita del malfattore che ora diventa santo”.