Mons. Alfano: “L’annuncio del vangelo è per tutti, non escludete nessuno”

Domenica 4 febbraio  ci presenta un passo del vangelo di Marco:
 
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.
Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.
Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». 
E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.
 
Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione, il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
 
“Tutti ti cercano”
La reazione stupita ed entusiasta dei discepoli è riportata dall’evangelista dopo aver raccontato una giornata tipo di Gesù, lì nella sinagoga a Cafarnao, poi in casa di Simone, la sera alle porte della città. Gesù incontra le persone ferite, segnate nel corpo e nello spirito e a tutti dà una parola nuova e un gesto grande. Perché ognuno possa riprendere con gioie e consapevolezza il cammino della vita nella libertà dei figli di Dio. “Tutti ti cercano”, in casa di Simone Gesù si era fermato per il pranzo, per le ore pomeridiane e la suocera era a letto con la febbre, segnata fortemente dalla malattia. Sperimenta l’intervento di Gesù dopo che gli viene presentata questa situazione. Gesù la riportata alla vita ordinaria, le restituisce l’energia fisica e spirituale e lei sceglie di mettersi al servizio del Signore, della comunità. Perché si vive per servire, non si vive per sé. Si recupera la dimensione anche fisica e spirituale per potersi accompagnare agli altri e offrire ciò che si è ricevuto in dono. Per questo motivo la sera, alle porte delle città, sono n tanti a portare i loro malati, indemoniati, tutti colori che devono essere benedetti da Dio e riempiti di un’energia nuova. Tutti incontrano il Signore, Gesù è venuto per questo. E’ venuto per questo, è venuto per toccare, per sanare, per guarire, per restituire alla gioia della vita. Perciò i discepoli al mattino, trovandolo e incontrandolo in un luogo in disparte dove si era ritirato per pregare, per stare da solo, per pregare con il padre, gli possono comunicare con un certo entusiasmo, con una punta di orgoglio che oramai arrivano da tutte le parti, che la fama, il successo è garantito, si può annunciare così il vangelo. E’ così che si annuncia il vangelo? Andiamocene altrove. La risposta di Gesù vale anche per noi, perché ci invita a non fermarci ai nostri piccoli risultati, ai nostri bisogni personali, di gruppo, delle nostre comunità. L’annuncio del vangelo è per tutti, l’obiettivo non è il risultato positivo, il successo, ma continuare ad annunciare perché nessuno sia escluso. Perché tutti siano raggiunti da questo potente messaggio di vita, perché ciascuno possa anche oggi sperimentare grazie a testimoni autorevoli e missionari discepoli fedeli del vangelo, che il Padre ama tutti i suoi figli.  
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