Mons. Alfano: Santa Bernadette si è sempre fidata di Lui

Lourdes, 11 ottobre 2022 Ore 18.00

Questa è una giornata speciale per tutta la Chiesa. L’undici ottobre di sessanta anni fa si inaugurava nella basilica di San Pietro a Roma il Concilio Vaticano II, un evento che ha segnato un profondo cambiamento nella vita delle comunità cristiane, non solo per la Chiesa cattolica ma anche per le altre confessioni nel dialogo ecumenico e nella testimonianza comune che tutti i discepoli del Vangelo sono chiamati a offrire al mondo contemporaneo. Papa Giovanni XXIII, nel discorso inaugurale davanti a circa duemilacinquecento vescovi di tutto il mondo annunciava il programma del Concilio: l’aggiornamento, mentre si distanziava decisamente dai “profeti di sventura” capaci solo di prevedere conseguenze negative per la Chiesa e per la società. Ricordare questo evento qui a Lourdes acquista per noi un significato particolare, per la dimensione ecclesiale che il santuario fa vivere a tutti i pellegrini: un solo popolo di battezzati, radunato attorno all’Eucaristia e in cammino per le strade del mondo, facendo attenzione principalmente a chi porta nel corpo o nello spirito i segni della sofferenza.

Nella celebrazione dell’Eucaristia, la prima del nostro pellegrinaggio, abbiamo potuto fare esperienza concreta dei frutti del Concilio, che con la riforma liturgica ha voluto evidenziare in modo forte la partecipazione di tutti all’unica mensa della Parola e del Pane di vita. A quanti mi hanno ringraziato per l’omelia ho potuto ricordare che non c’era niente di speciale, se non l’ascolto fatto insieme del Vangelo che parla alla nostra vita. Più passa il tempo più mi accorgo infatti che cresce la fame e la sete della Parola di Dio, anche o forse soprattutto in coloro che ancora non l’hanno scoperta come nutrimento per il proprio cammino. Uscendo dalla basilica del Rosario, a fine celebrazione, un Signore mi ha avvicinato e con le lacrime agli occhi mi ha confessato che la sua lontananza dalla pratica religiosa si è trasformata in poche ore in desiderio di entrare più in contatto con Dio, grazia al clima di preghiera che sta respirando con noi e all’ascolto della Bibbia attraverso i nostri commenti. È proprio vero che noi siamo chiamati prima di tutto ad annunciare il Vangelo e a nutrire il Popolo di Dio di questo cibo, senza il quale non cresce la fede e la vita non si fa annuncio di speranza. È l’altro grande frutto del Concilio: la riscoperta della Bibbia come indispensabile punto di partenza di ogni itinerario di fede e di ogni azione pastorale.

Bernadette, vissuta un secolo prima del Vaticano II, non ha avuto la gioia di attingere alla Parola di Dio con una lettura personale abbondate e continua. Tuttavia la sua fede non è stata affatto devozionistica. Ha imparato, dalla religiosità semplice e profonda della sua famiglia, a fare silenzio e a riconoscere la voce di Dio nel suo cuore. Si è fidata di Lui sempre. Perciò ha dato ascolto alla Bella Signora e, aiutata da lei, ha raggiunto in modo mirabile il cuore del messaggio evangelico. La sua vita e stata spesa tutta nell’amore per Dio e per il prossimo, accogliendo l’appello alla conversione e rinunciando a se stessa fino al sacrificio pur di collaborare alla salvezza del mondo. Nella Via Crucis di questo pomeriggio abbiamo chiesto al Signore che anche noi impariamo ad accorgere il frutto dell’ascolto, la compassione. Saremo così capaci, come come questa straordinaria ragazza ha saputo fare nella sua breve ma intensa vita, di seguire Gesù non perdendo lungo il cammino nessuna delle sue parole!