Pellegrinaggio a Fatima: secondo giorno, 11 luglio

Mons. Alfano: “Accogliere la Parola di Dio”

 Oggi secondo giorno del pellegrinaggio a Fatima. La mattina è stata dedicata ancora alla visita alla capitale del Portogallo, Lisbona. Nel pomeriggio partenza per Fatima, con soste a Sintra e Obidos. Giunti a Fatima l’arcivescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica nella Capela da Ressurreição.
 
“Oggi – ha detto nell’omelia l’arcivescovo -ci facciamo aiutare da San Benedetto”, di cui ricorre la festa liturgica. “Un gigante, che per secoli, con i suoi monaci, ha costituito un faro di civiltà, fermento di vita nuova – ha sottolineato -. Cosa c’entra con tre poveri pastorelli analfabeti, quando hanno vissuto l’esperienza straordinaria delle apparizioni? Cosa accomuna dei giganti per intelligenza, studio, sacrificio a dei bambini, innocenti sì, ma poveri socialmente e culturalmente? Questa è la fede in un Dio che ama tutti i suoi figli e sa rivolgersi a ognuno di loro facendosi capire, conoscere, accogliere e amare”. Nessuno, ha chiarito mons. Alfano è escluso dall’incontro con Dio. Ma, è la domanda, come sarà possibile per noi incontrarci con Lui, infinitamente grande e il cui mistero ci sfugge? “Una sola cosa chiede a tutti – ha spiegato il presule -: accogliere le Sue parole. Questa è la via. Non dobbiamo cercare altro di eccezionale o miracolistico. Il vero grande miracolo è che Dio parla e ognuno di noi può ascoltare, capire e accogliere la Sua Parola. Perché Lui si adatta a noi, scende al nostro livello”.
 
Prendendo spunto dal libro dei Proverbi, l’arcivescovo invita a “fare silenzio”, “non distrarsi” affinché “questa Parola penetri, non scivoli via”. “Il Signore si manifesta così – ha precisato -: più siamo disposti a cogliere ciò che è invisibile agli occhi e più Egli si mostra”. E “non è quello che hanno vissuto Lucia, Francesco e Giacinta? Dio si è adattato. Prima l’angelo, poi la Signora: un modo di manifestarsi molto vicino a loro, pur con tutta l’eccezionalità, non tanto perché potessero vedere, quanto ascoltare, attraverso l’angelo e la Signora, Dio”. Questi bambini cosa hanno colto del messaggio? “La preghiera, come continua e affascinante e fiduciosa ripetizione della Parola che Dio rivolge a noi e che noi restituiamo a Lui”. E ancora prosegue l’arcivescovo: “Gustate com’è buono il Signore! È l’esperienza che hanno fatto i tre pastorelli, ma che possiamo fare anche noi. Tutti siamo privilegiati perché siamo Suoi figli. Per ognuno di noi Egli ha una parola specifica che continua a rivolgerci. Siamo importanti per Lui”.
 
Come ha fatto Benedetto e i suoi monaci, “bisogna dire sì a Dio”. In realtà, “man mano che accogliamo l’invito a dialogare con il Signore, anche noi sperimentiamo un cambiamento di vita”. Ed è “quello che abbiamo sentito nel Vangelo: Pietro, come sempre, rappresenta tutta la Chiesa e chiede a Gesù cosa avremo per aver lasciato tutto per seguirLo? La risposta di Gesù è straordinaria: ‘Voi condividerete tutto di me, tutto quello che è mio è vostro’. È quello che Gesù dice ai discepoli: ‘Io verrò per giudicare e voi sarete con me. Incredibile: noi partecipiamo a quest’opera di giudizio, cioè di salvezza per il mondo”. Tutto ciò “è stato sperimentato dai pastorelli: la preghiera e il sacrificio per la conversione dei peccatori è partecipare alla salvezza del mondo. Tutti possiamo collaborare, il Signore ci chiede di dirGli sì e poi ci rende una cosa sola con Lui”. Il presule ha, quindi, domandato: “È difficile? Certo. Comporta sacrifici? La Madonna l’ha ricordato ai pastorelli, ma Gesù lo aveva già detto. Ma oltre ai sacrifici non dimentichiamo la promessa: cento volte tanto, oggi, qui, rispetto a quello che abbiamo lasciato”. Forse, ha avvertito mons. Alfano, “non ci crediamo abbastanza. È una vita centuplicata nell’amore, nella certezza che tutto ha un senso, anche quando siamo sulla croce, come pure nella gioia di un Dio che mi ha legato a Sé, nell’impegno a far sì che cresca la Chiesa per la vita e la pace nel mondo. In eredità abbiamo la vita eterna, una vita così piena, che non solo non finirà mai, ma ci riempirà della Gloria di Dio”.
 
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