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Pellegrinaggio delle famiglie sulla Tomba di Pietro

Roma 26/27 ottobre 2013

“Famiglia, vivi la gioia della Fede!”.  Questo il titolo del grande evento nell’Anno della Fede promosso dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, il 26 e il 27 ottobre. Un’opportunità che il nostro Ufficio diocesano di pastorale familiare ha ritenuto cogliere, con il sostegno del vescovo mons. Franco Alfano, per incoraggiare una più attiva partecipazione delle famiglie nelle proprie comunità, quali testimoni della bellezza della fede vissuta con gioia.
Nella giornata di sabato, famiglie venute da tutto il mondo giunte a Roma hanno idealmente ripercorso il viaggio di Pietro, partendo dalla sua vocazione per arrivare alla figura di apostolo, attraverso  quattro passi del Nuovo Testamento. Raccontati a bambini da un nonno, in rappresentanza di tutti i nonni del mondo, che sente di dover dare memoria e continuità al messaggio di Cristo alle nuove generazioni.  I racconti sono stati intervallati da testimonianze e brani musicali in un clima di gioia e partecipazione attenta. Testimonianze di famiglie come tante ma che non hanno detto un “no definitivo” a Gesù, rimanendo “la porta socchiusa”.

Questi i passi da cui si è sviluppata la catechesi:
La vocazione di Pietro (Mc 1,16-20) è la stessa delle coppie cristiane che scelgono di unirsi in matrimonio.
Il matrimonio deve essere vissuto come dono immenso, non dimenticandosi che il Signore cammina accanto alle coppie e permette di superare  piccole e grandi difficoltà.
Pietro in famiglia ( Mc 1,29-31). Anche le nostre famiglie, come quella di Pietro, spesso sperimentano la sofferenza sia fisica sia spirituale come nella  testimonianza di un separato che inizialmente prova delusione, rabbia e sofferenza per la lontananza dai figli, ma con l’aiuto di un sacerdote si riavvicina a Dio nonostante l’impossibilita di “ricucire” il rapporto con la moglie e inizia a dare un senso diverso a ciò che gli è accaduto. Sente, nonostante tutto, la Grazia del matrimonio e si adopera per aiutare altre coppie in crisi, ricordando loro l’importanza del dialogo, della tenerezza e del perdono.

Pietro Lavoratore (Lc 5,1-3). Una coppia, imprenditori con cinque figli, impegnati nella loro parrocchia nell’accompagnamento dei fidanzati al matrimonio, che, nonostante la crisi economica , si preoccupa del benessere dei dipendenti mettendosi continuamente in discussione tra il valore del denaro e il mantenersi distaccati da esso.

Pietro Apostolo (At 2,22-25). Sull’esempio di Pietro, le famiglie sono chiamate a testimoniare la fede anche quando sembra tutto perduto, come la storia di Bartolo che rimane in carcere, innocente, per due anni. In quel tempo trascorso da solo, chiuso in una cella, rivede tutta la sua vita: quando bestemmiava contro Dio e lasciava la moglie da sola a casa, non consentendole nemmeno di andare messa. E’ in carcere che comincia a leggere la Bibbia e quando ritorna in libertà è un uomo diverso. Apre una casa d’accoglienza e riceve il dono della vocazione sacerdotale di un figlio.

Esempi di famiglie vere che hanno superato ferite laceranti, provate dalla crisi, che tra mille difficoltà si prendono cura dei propri anziani, accolgono bambini in affido, missionarie con figli al seguito. Ma anche giovani coppie di fidanzati che hanno desiderio di formarsene una, ma ancora non possono. Famiglie come tante che però non si sono arrese, ma hanno vinto il pudore di mostrarsi fragili avendo il coraggio di chiedere aiuto.
Nel suo discorso, poi, il Santo Padre ha sottolineato come la vita sia spesso faticosa, tante volte tragica; ciò che pesa di più è la mancanza d’amore: pesa non essere accolti; non ricevere un sorriso; senza amore la fatica diventa più pesante. Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, dice Gesù. Egli conosce il nostro profondo desiderio di trovare ristoro e ci invita ad andare da Lui per trovare gioia piena. Ai giovani sposi il Papa ha ricordato che i sacramenti non servono a decorare la vita ma a farci forti per poter andare avanti senza isolarsi, sempre insieme. In ultimo, come già espresso in altre circostanze, ha riproposto le tre parole che, secondo il Pontefice, sono indispensabili nelle relazioni familiari : permesso (per non essere invadenti);  grazie ( come segno d’amore); scusa ( per non finire la giornata senza fare la pace).
Questi due giorni si sono conclusi con Il Santo Rosario, la Messa e L’Angelus di domenica 27. Nell’omelia, Papa Francesco ha toccato il tema della preghiera che non è una cosa personale ma bisogna imparare a  pregare insieme nelle famiglie, anche con un semplice Padre Nostro recitato a tavola. Inoltre ci ha ricordato che le famiglie devono essere missionarie nella vita di tutti i giorni, mettendo “il sale” e “il lievito” della fede nel quotidiano. Ed infine ci ha lasciati con una domanda : come va la gioia a casa tua? Ed è l’interrogativo che rivolgiamo anche a tutti voi.
Per finire di seguito riportiamo alcune riflessioni dei partecipanti.

Per suor Gina, ausiliaria della Madonna (Sant’Agata),” il pellegrinaggio delle famiglie alla tomba di Pietro nell’Anno della fede, è stato grande opportunità, perché la famiglia si è sentita accolta in tutte le sue diversità generazionali, di opinioni, di culture, di sofferenze, di progetti…, ma soprattutto nell’essere collaboratrice di Dio nel generare la vita umana.  Tutto questo è fonte di gioia. L’esperienza vissuta nei giorni 26-27 ottobre è stata quella di far parte di un’unica ‘Famiglia umana e cristiana’, dove tutti ci siamo sentiti figli, mamme, padri, fratelli e sorelle. Grazie alla diocesi e a tutti coloro che hanno collaborato per tutto questo”.

Per Nino ed Elvira (parrocchia dei Santi Prisco e Agnello, Sant’Agnello) che, insieme a Libero, hanno accompagnato il gruppo, “è stata un’esperienza accolta con gioia e timore allo stesso tempo, ma, che alla fine si è rivelata importante per la crescita umana e spirituale, sia come coppia sia come famiglia. Pensare di essere stati ad un evento di tali proporzioni a confronto con famiglie provenienti da tutto il mondo non può che essere uno stimolo ad andare avanti nella creazione di un percorso di fraternità e di mutuo aiuto tra le famiglie della diocesi”.

Virginia e Antonio (Santa Maria del Carmine a Petraro) raccontano: “Già da qualche anno ci sforziamo di vivere il nostro essere famiglia come un dono prezioso, nonostante non UNA ma MILLE difficoltà, abbiamo sperimentato la grazia di Cristo nella nostra vita. L’emozione legata al pellegrinaggio a Roma, all’accoglienza di centinaia di famiglie da parte di Papa Francesco, il sentire le testimonianze di tante persone che hanno toccato tanti aspetti dell’essere famiglia: LA MISSIONE, LA CARITA’, L’ACCOGLIENZA,L’AFFIDAMENTO COMPLETO a CRISTO ci hanno spronati a riflettere sul nostro essere coppia ed essere genitori di 3 bambini.. Soprattutto mio marito Antonio è tornato a casa con una serenità e una pace nel cuore che in questa settimana è emersa silenziosamente nel suo comportamento in casa; silenziosamente come il lievito che, insieme all’acqua e alla farina , agisce nel segreto. Noi speriamo che questa gioia nel cuore così delicata, che si scontra con la vita frenetica di tutti i giorni, non ci abbandoni e sia l’inizio di un nuovo cammino, intrecciato insieme ad altre famiglie, un cammino dove cercheremo di vivere la grazia del nostro essere famiglia, di sceglierci ogni giorno e di mettere in pratica le TRE PAROLE di PAPA FRANCESCO: Permesso, Grazie e Scusa. Grazie alle famiglie che hanno viaggiato con noi, anche se ancor poco conosciute ci hanno lasciato la certezza di essere parte di una FAMIGLIA PIU’ GRANDE. Grazie ad Ester e Giovanni Angellotti, con i quali abbiamo condiviso ogni momento di questo pellegrinaggio,sostenendoci a vicenda con i nostri e loro bambini, che nonostante la stanchezza, sono stati veramente adorabili. Grazie a chi ha reso possibile tutto questo”.

Per Teresa e Lorenzo (parrocchia di Sant’Agata), “la parola Famiglia  è molto ‘manipolata’ negli ultimi tempi. Eppure noi in Piazza San Pietro ne abbiamo fatto l’esperienza VERA ,quella che ha radici in CIELO. Con Papa Francesco e le famiglie del mondo abbiamo sperimentato che la famiglia ‘per sempre’ è possibile realizzarla, è bello viverla, costruirla, condividerla, sostenerla, crederci  ‘sempre’ nonostante le vicende personali. In questi tempi ove sembra che non vi sia futuro solo in essa vi sono ‘ampi orizzonti’. La famiglia  cristiana, poi, ha radici ed orizzonti eterni , noi il 26 e 27 ottobre abbiamo avuto la possibilità, per grazia , di averne conferma . Superando tempo e spazio ci siamo affacciati, vissuto ed attinto alla fonte della Famiglia Trinitaria , in una comunione di famiglie abbiamo tangibilmente sperimentato la nostra vocazione, rafforzando la nostra identità da piccola chiesa domestica a Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana.

Infine, l’ultima riflessione è di Pasquale e Antonella (parrocchia di S. Lucia Sorrento): “Per l’esperienza che abbiamo condiviso, occorrerebbero fiumi di parole, ma ci limiteremo soltanto ad un breve pensiero. Se alcune persone hanno il dono di ‘bucare’ lo schermo, questo Papa ti ‘buca’ il cuore, penetra e poi agisce dentro di te! Come dimenticare le tre parole che dobbiamo tener presente nel rapporto di coppia (permesso, scusa e grazie), l’invito a non andare mai a letto senza prima aver fatto la pace, la riflessione secondo cui non può esserci gioia in famiglia se non c’è armonia, l’esortazione – sopra le righe – a dissipare le ombre, a smorzare i toni, a dialogare in modo costruttivo… Sono stati due giorni davvero speciali, in cui abbiamo sperimentato ancora una volta la gioia dello stare insieme e di condividere con gli altri esperienze così profonde, che cambiano totalmente la vita di chi le prova”.

Per Onorato e Carmen (parrocchia di S. Maria delle Grazie,Massa Lubrense), “l’esperienza del pellegrinaggio è stata veramente emozionante”. “Per questo – dicono – siamo grati a voi per averci permesso di partecipare; inizialmente eravamo un po’ titubanti nel portare il piccolo Costantino (di appena un anno e mezzo) temendo che si stancasse e di conseguenza diventasse insofferente, ma noi per primi siamo rimasti piacevolmente sorpresi che tutto sia andato per il meglio, anzi ha fatto amicizia domenica in piazza S. Pietro con due gemellini ed hanno giocato e si sono divertiti tutto il tempo della messa. Per noi genitori è stata una gioia immensa vedere che il nostro bambino, insieme ai suoi coetanei, riuscisse a partecipare a  suo modo attivamente, segno che l’armonia della famiglia di cui parlava Papa Francesco si stava manifestando… Quanto alle testimonianze delle famiglie (alcune anche numerose), sabato pomeriggio in piazza, siamo stati molto colpiti dalla forza interiore che ciascuna trasmetteva, nonostante le difficoltà lavorative, la precarietà economica, l’incertezza del futuro; nonostante tutto lo scommettere in Cristo, avendo il coraggio persino di rendersi missionari in Paesi più poveri, come qualche famiglia ha testimoniato, è un esempio e un paradigma per tutti noi, che molto spesso ci scoraggiamo in situazioni molto più semplici”. Infine, è stato “molto significativo il discorso del Papa riguardo l’amore nella famiglia, primo fondamentale nucleo della società; Amore come donazione, armonia, tolleranza nelle diversità, pazienza, rispetto, semplicità, umiltà… tutte virtù che solo l’amore di Dio può infondere e grazie alle quali si può dire famiglia in senso cristiano e si edifica una umanità consapevole. L’insegnamento di Papa Francesco, che sempre si esprime in modo chiaro, semplice ed immediato, deve far riflettere seriamente tutti noi che troppo spesso, travolti dal caos della vita quotidiana,  dimentichiamo il valore e il gusto della vita vera che si assapora nel silenzio interiore nella meditazione e nell’ascolto di Dio che si rende presente.  Dio si è sempre amato l’uomo, tanto che nella sua Provvidenza ha voluto che il suo Figlio nascesse in una famiglia umana: ora tocca a noi fidarci di Lui!”.

Domenico e Pina (parrocchia di S. Maria delle Grazie, Massa Lubrense) raccontano: “Ho ascoltato con scrupolosa attenzione le testimonianze di persone, che in modo fermo ed intransigente, hanno donato la loro vita a Gesù, in diversi modi, in diversi momenti con diversi carismi. Ascoltandoli, ho la netta sensazione di impersonare, come un attore, il primo personaggio del Vangelo di Luca (18-9,14). Il fariseo che ha ottemperato ai suoi ‘doveri’. Ancora più disarmante, per uno come me che dice di essere ‘di Cristo’, è che questi nostri fratelli sono capaci di farmi assaporare o meglio toccare proprio con le mani una ‘grazia’: l’umiltà. L’umiltà di chi china il capo sempre, e ad ogni caduta sotto il peso della croce si rialza con più forza, con più stimoli e voglia di dare di più. Anche qui riecheggiano le parole di Gesù: ‘chi si umilia sarà esaltato’”. Insomma si è trattato di “due giorni ricchi di eventi, riflessioni: Signore qual è il tuo disegno per me, per la mia famiglia? Perché mi hai dato la possibilità, attraverso un invito inaspettato, di ascoltare le testimonianze di queste famiglie? Cosa vuoi che io faccia? Irrompe proprio in questo momento la parola di Papa Francesco ‘con tre parole semplici ma indispensabili per la vita di una famiglia: permesso, grazie, scusa’. Fatti riconoscere! La tua fede non la tenere imbalsamata! Scruta con onestà nel tuo cuore: come va la gioia nella tua vita? Nella tua famiglia c’è gioia? C’è armonia? Se c’è gioia e armonia ci deve essere per forza Dio.  E allora come posso ringraziarlo? Usa il sale della fede tutti i giorni nelle cose semplici della tua vita, iniziando con la preghiera in famiglia, una preghiera semplice senza la zavorra dell’io. Pregare l’uno per l’altro. Tanti dubbi, tante domande spesso gli occhi velati dall’emozione. Poi il Santo Padre passa in mezzo a noi sulla Papamobile e il venticello del suo passaggio ci accarezza insieme alla sua benedizione. Era forse l’alito dello Spirito Santo che si, forse causa le lacrime ma te le asciuga nella gioia? Solo adesso posso provare a rispondere alla domanda: ‘come va la gioia?’. Due giorni di grazia…”.