Piccoli passi al di là dei muri

Conosciamo i fratelli cristiani e i credenti di altre fedi religiose

E’ ancora forte la gioia e l’emozione che ci ha trasmesso il viaggio epocale di Papa Francesco in Terra Santa; viaggio che segnerà un “grande passo” in avanti nel cammino ecumenico ed interreligioso della Chiesa Cattolica e che sarà un’icona viva ed attuale delle prospettive apertesi con il Concilio Vaticano II. Una gioia e una emozione simile, nel mese di marzo ed aprile scorsi, ha accompagnato l’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso della arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia nel condividere e sostenere l’iniziativa di un gruppo parrocchiale di giovani universitari che ha rappresentato un “piccolo passo” in avanti nella storia dell’ecumenismo della nostra diocesi.
I giovani della parrocchia del SS. Rosario di Castellammare di Stabia (Starza), in seguito ad un percorso di riflessione e di catechesi sulla preghiera del Padre Nostro, hanno desiderato incontrare e conoscere i rappresentanti delle confessioni cristiane non cattoliche presenti sul nostro territorio diocesano.
L’Ufficio diocesano per l’Ecumenismo e il Dialogo interreligioso ha dato corpo al loro desiderio organizzando incontri con i rappresentanti di tali confessioni che permettessero di conoscerne la storia, le origini, i riti, le tradizioni ed infine organizzando un incontro nella sinagoga di Napoli per conoscere anche i “fratelli maggiori“ ebrei.
Questi giovani universitari hanno tracciato una strada che dovrebbe essere percorsa da tutte le famiglie credenti, dalle parrocchie ai gruppi e movimenti religiosi: conoscere i fratelli delle altre chiese cristiane ed i fedeli delle altre religioni per far progredire le vie di Dio e della pace, per comprendere meglio la realtà che ci circonda in considerazione del bene comune. Questa strada è andare oltre i muri delle divisioni, è riprendere un dialogo che ci apra le menti e che ci unisca sempre più nell’amore e nella fede.
Ecco il loro resoconto degli incontri …
Il primo incontro è avvenuto il 14 marzo con il pastore luterano Paolo Poggioli, che ha illustrato i punti salienti del loro credo; la nascita della loro chiesa avvenuta in un momento di crisi del cattolicesimo, quando nella chiesa di Roma aveva preponderanza il potere temporale.
Le differenze più evidenti con il cattolicesimo sono tre. Innanzitutto, la consacrazione eucaristica viene svolta una volta al mese, perché i luterani ritengono che la ripetitività di tale evento porti a non apprezzarlo a pieno. In secondo luogo, si registra l’assenza del culto mariano e della venerazione dei santi. Infine, il clero non ha l’obbligo del celibato ed anche le donne possono diventare guide pastorali.
Il 21 marzo i giovani hanno incontrato il pastore Giuseppe Scarallo del movimento pentecostale, nato in America alla fine dell’800, e che in poco tempo ha raccolto molti fedeli. Centrale nel loro credo è l’invocazione quotidiana allo Spirito Santo e il loro “rito di iniziazione”, chiamato Rinascita, avviene, in età adulta, mediante un’immersione totale del fedele nella fonte. Durante le loro celebrazioni, un momento saliente è la “Testimonianza”: uno o più fedeli riportano alla comunità la prova della presenza dello Spirito nella loro vita. Le aule liturgiche sono spoglie di immagini sacre. Molto importante è il coro costituito da molti componenti che si dedicano alla trasmissione della fede con il canto finanche con musiche in stile rock e moderno.
Ultimo incontro, non per ordine di importanza, è avvenuto il 28 marzo con la signora Luda Bratychtchenko, rappresentante della chiesa greco–ortodossa, e con padre Andry Evchuk della Comunità ucraina greco-cattolica di Pompei. Se la scissione tra la chiesa cattolica e quella luterana è avvenuta per motivi spirituali, lo scisma tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa è avvenuta per lo più per motivi politici (gli ortodossi non accettano il primato di Pietro). Nelle chiese ortodosse sono presenti icone e non statue, che hanno la funzione di narrare la storia del cristianesimo. Il rito della comunione avviene sotto le due specie intingendo un pezzo di pane nel vino con l’aiuto di un cucchiaino. In alcune chiese ortodosse il celibato è imposto solo ai vertici del clero, mentre i futuri sacerdoti possono contrarre matrimonio, ma solo prima della consacrazione sacerdotale e la famiglia nella sua interezza sarà chiamata a diventare esempio morale per tutta la comunità.
La successione degli incontri ci ha arricchito tramite il confronto diretto con comunità religiose a noi quasi sconosciute; ha fatto nascere in noi una visione critica anche nei confronti della nostra religione; ci ha fatto capire, che, nonostante le differenze dei riti religiosi delle varie Chiese, alla base di ogni confessione vi è l’amore verso Dio ed il vivere quotidianamente il Vangelo di Cristo.

di Lia VERDOLIVA