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Pompei. Vincenzo Corrado: “Questo tempo richiede una comunicazione di tenerezza e autenticità”

L'incontro di Formazione Regionale si è svolto presso la sala CEC del Santuario di Pompei

Formazione Regionale, Conferenza Episcopale Campana (POMPEI), 15 Dicembre 2021

E’ stato bello potersi ritrovare, dopo così tanto tempo, tutti intorno ad un tavolo. Si è svolto presso la CEC di Pompei, l’incontro di formazione regionale rivolto ai direttori e delegati degli Uffici di Comunicazione diocesana. A farci da guida, il direttore dell’Ufficio Nazionale CEI Vincenzo Corrado, accompagnato da Don Valeriano Pomari e Mons Ciro Miniero.

Le storie delle nostre diocesi sono caratterizzate da tanta sofferenza, non prendiamoci in giro, eppure in mezzo a tanto dolore, scrutiamo squarci di speranza. Siamo capaci di vederli?Proviamo a mettere da parte l’ansia che ci attanaglia da troppo tempo, proviamo e capovolgere la prospettiva” – è così che Vincenzo Corrado ha preso quasi subito parola, portando un vento di coraggio e di speranza tra i presenti.

Durante l’incontro, sono stati affrontati differenti aspetti, tutti aventi come comune denominatore la comunicazione. In particolar modo, ci siamo soffermati sui verbi “Ascoltare, approfondire, raccontare“, gli stessi utilizzati da Papa Francesco, per indicare il buon giornalismo – come precisa Corrado. Il primo non è poi così scontato, un ascolto quando non è attento, attivo, non può dare seguito a nulla di costruttivo. Un’interesse reale, ti spinge invece ad andare oltre, a scendere più in giù e poi a volerlo condividere con la comunità. Siamo circondati da storie, basta aprire una semplice chat, la nostra pagina Facebook, o la stessa porta dell’ufficio in cui lavoriamo. Ma quante di queste storie, realmente ne raccontiamo?

Un’aspetto che mi ha particolarmente colpita della relazione letta da Vincenzo Corrado, è quello in cui si precisa che “La Chiesa è comunicazione perchè nasce dalla parola“. Si tratta di un concetto semplice, eppure quanta fatica per metterlo in pratica, per connettere la comunicazione alla dimensione pastorale, attraverso quello che definiamo uno scambio simbolico. “Senza la realizzazione di un “noi” non esiste una comunicazione vera”.

Molte indicazioni ci sono state offerte, per proseguire al meglio che possiamo il nostro cammino, suggerimenti che volentieri proveremo a far nostri e metterli in pratica:

  • cercare di vivere pienamente il sinodo, piuttosto che svolazzare la bandiera dello stesso
  • recuperare un dimensione al concreto della vita
  • ritorniamo ad essere protagonisti della nostra realtà per attenzione e amore verso il prossimo
  • prendere le iniziative ed esprimerci in maniera propositiva

Ed infine, due domande provocatorie “Chi ha la responsabilità della parola e con quale stile?” In questo cammino sinodale tutti hanno il diritto di parla a noi il compito di  comunicare la speranza vissuta con dolcezza e rispetto. La comunicazione è in stretto contatto con l’empatia. “Quale profilo di comunicazione immaginare in questo tempo?” Una comunicazione legata alla tenerezza e all’autenticità: ogni volta che le nostre relazioni sono intrecciate con questi due aspetti, si realizza una buona comunicazione.

La seconda parte dell’incontro, è stata altrettanto piacevole ed interessante. Ogni delegato ha raccontato quanto si sta realizzando nella propria Diocesi rispetto al cammino sinodale e allo stesso tempo, raccolto dalle condivisioni altrui spunti ed idee. Sinodo è anche questo.

Clelia Esposito