Progetto di Diego Elettore

Le geometrie dell’impianto architettonico, come una deposizione, formalizzano l’aspirazione ad essere frattura nell’omogeneità del tempo profano e costruzione spaziale eccezionale, per far emergere la sua sacralità. Lo spazio è processionale e accompagna i fedeli al lungo sagrato rivolto verso i campi e verso Pompei, in un ideale dialogo con il suo Santuario e verso il Vesuvio.
L’essenzialità dell’architettura, i suoi volumi puri e misurati, alludono alle forme dei santuari rinascimentali isolati nel paesaggio. Con il suo profondo scavo sull’acqua, la chiesa denuncia la sua spazialità interna e richiama i fedeli per riunirsi al di sotto della sua volta sospesa e squarciata dalla luce, metafora dello Spirito Santo.
La chiesa si annuncia ai fedeli dal sagrato, una piazza dove incontrarsi, un’estensione all’aperto dello spazio celebrativo. Attraverso la grande porta di bronzo e il pronao “allagato”, si entra nello spazio sacro. Il piano d’acqua che si attraversa ne formalizza il limite, non come fine ma come inizio.