Chissà quante volte i giovani si saranno sentiti dire dagli adulti che era ormai giunto il momento di “assumersi le proprie responsabilità”; e quante volte, invece, avranno dimostrato di possederne in quantità maggiore di loro!
Una responsabilità che si è toccata “con mano” al Vesuvian Inn, luogo in cui si è tenuto dal 1 al 4 agosto il campo nazionale giovani di Azione cattolica e Msac, intitolato, per l’appunto, “Fatta a mano” la responsabilità che manca, che salva, che cambia la vita. Rivolto essenzialmente ai nuovi responsabili del triennio 2024-2027, il campo ha sviluppato il suo percorso partendo dal discorso di papa Francesco del 25 aprile scorso sugli abbracci che mancano, che salvano e che cambiano la vita, declinati con la responsabilità che manca, che salva e che cambia la vita.
Questa la trama su cui si sono imbastiti laboratori, interventi e attività:
- Assunzione di una corresponsabilità sinodale nella missione della chiesa, in virtù di una prerogativa che viene dal Battesimo e che domanda di mettersi in gioco totalmente come discepoli missionari.
- Consapevolezza di un’appartenenza che trova la sua proiezione nella “diocesanità” e nella dedizione alla chiesa locale, in piena corresponsabilità con il suo vescovo.
Non a caso la pienezza di tali convinzioni ha trovato riscontro nella presenza di circa trecento giovani provenienti da 91 diocesi, tra vicepresidenti diocesani, assistenti diocesani, segretari Msac e assistenti Msac diocesani, insieme con dodici seminaristi che hanno partecipato a tutte le attività programmate.
Degni di nota alcuni momenti particolarmente significativi: la preghiera iniziale presieduta da don Mario Diana, assistente ecclesiastico nazionale per il Msac; la veglia di sabato all’insegna della croce, presieduta da don Ivan Licino, coordinatore nazionale del Progetto Policoro; la celebrazione eucaristica di domenica mattina, presieduta da S.E.R. Mons. Francesco Alfano, che con le sue parole ha saputo sensibilizzare i giovani presenti alla ricerca di una fede come “questione del cuore” non di segni, di affidamento a Gesù, dono del Padre, senza porsi inutili e insistenti domande.
Lo sguardo dei giovani, infine, non poteva non essere rivolto al futuro associativo, mediante l’intervento del presidente nazionale Giuseppe Notarstefano, con cui ci si è confrontati sulle priorità future e sugli Orientamenti del prossimo triennio.
La gioia più grande i giovani l’hanno sprigionata durante la serata organizzata dalla delegazione campana di Ac, in cui con i presidenti diocesani si è respirato un clima di festa e di fraterna spensieratezza, gustando prodotti tipici.
Questo, dunque, il messaggio di fondo che i giovani di azione cattolica possono ricavare dai loro itinerari formativi: la vita cristiana non è un insieme di occasioni o manifestazioni ad effetto, ma l’espressione di un’umanità sempre in cammino – tra difficoltà legate alle diverse dimensioni e ambiti incarnati – di una Speranza gioiosa e di una Chiesa popolare in cui fede e vissuto rappresentano l’investimento del talento affidatoci. Il prossimo giubileo dei giovani, a Roma, dal 28 luglio al 3 agosto 2025 offrirà a ciascuno di loro la possibilità di comprenderlo ulteriormente in piena responsabilità!
Il Presidente AC
Anna Maria Aiello