Sabato venticinque febbraio duemila ventitré, ad ormai quasi un anno dallo scoppio della guerra sul territorio dell’Ucraina, tutta la comunità cristiana di Sorrento insieme ad una folta rappresentazione della comunità ucraina in penisola ci siamo ritrovati presso la chiesa di San Francesco in Sorrento per una veglia di preghiera a sostegno della pace nel mondo.
L’articolazione della breve veglia è stata curata dalla comunità francescana di Sorrento e la celebrazione è stata scandita da brani tratti dai discorsi di Papa Francesco, del Cardinale Zuppi e di San Francesco, molto bello il brano di Isaia scelto, che profetizzando sulla fine dei tempi ci parla di un tempo un cui una “nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione”.
La celebrazione è stata presieduta da padre Igor, cappellano della comunità ucraino cattolica di rito bizantino della diocesi di Sorrento Castellammare di Stabia, il quale ci ha parlato durante la breve omelia delle difficoltà del suo popolo soprattutto in quest’ultimo anno di guerra e di come la normalità di una vita quotidiana tranquilla sia stata alterata da un invasione assurda e spietata; con le parole rotte dall’emozione ha più volte ringraziato gli italiani e quanti stanno aiutando la sua comunità in questo momento difficile.
Con gli occhi umidi ed in un italiano incerto sono state scandite le preghiere di intercessioni dalle donne ucraine le quel sono arrivate dritte al cuore dei presenti, e sulle note di un noto canto mariano eseguito dalla Schola Cantorum di San Francesco tutta l’assemblea si è posta in cammino per raggiungere l’albero piantato il ventiquattro agosto del duemila ventidue (giorno dell’indipendenza dell’Ucraina) dalla comunità Ucraina nella Villa Comunale.
La veglia di preghiera si è conclusa con una richiesta di intercessione per la pace nel mondo a Maria Madre di Dio e con un canto della comunità ucraina e ci siamo salutati fraternamente con lo scambio delle candele, con la speranza che quelle piccole luci accese illuminino il cuore degli uomini e realizzino un tempo in cui nessuna nazione alzerà più la spada contro un’altra nazione.
di Orlando Ercolano