Sprechiamo il profumo dell’umiltà, dell’accoglienza e del dialogo

Lunedì Santo, 25 marzo, nella cappella del SS. Sacramento della Chiesa Concattedrale di Castellammare di Stabia, il nostro Arcivescovo Mons. Alfano ha incontrato tutti gli operatori degli uffici e servizi di curia, per un intenso momento di preghiera, preparato da don Emmanuel, direttore dell’Ufficio Liturgia e Ministeri.

Il Vangelo della cena di Betania, fulcro della nostra preghiera, prepara la Pasqua introducendoci nella Settimana Santa.

Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli e tutta la casa si riempì di quel profumo.”  (Gv. 12,3)

Il gesto di questa donna è ardito, esagerato, va contro ogni schema, senza pudore. Così l’Arcivescovo avvia il commento al brano proclamato.

È una scena ricca di sentimenti contrastanti; ci sono sensibilità e diversità di pensieri; intenzioni ed emozioni opposte tra i presenti a questa cena, proprio come capita tra noi, che spesso ci troviamo a fare scelte di comunione e, nonostante le difficoltà, a discernere e ad operare per la concordia.

Sulla scia del cammino sinodale ci stiamo esercitando a questo e, pian piano, stiamo imparando a metterci in ascolto dello Spirito e ad aprirci, laddove sia necessario, a strade e linguaggio nuovi, per diventare sempre più testimoni efficaci del Vangelo.

Affidiamoci dunque in maniera libera e consapevole al Signore.

Gesù dice a Giuda: “Lasciala fare…”. Sono parole che sentiamo rivolte anche a noi, a volte. Non sono parole dette per non affrontare i problemi, ma è un invito a guardare lontano, ad aderire alla piena volontà e al progetto di Dio su tutti noi e sulla nostra Chiesa.

Il nostro servizio è un’occasione per crescere e maturare insieme all’interno della Chiesa diocesana, perché essa possa aprirsi allo Spirito, perché sia fedele alla scelta del Vangelo, che ci chiama ad essere accanto ai poveri, ai più deboli, agli sfiduciati e a dare voce viva al lieto annuncio di speranza. E ciò sarà possibile se stabiliamo una relazione profonda con il Signore!

Il Sabato Santo è il giorno del silenzio! Ebbene, nel nostro quotidiano quanti silenzi, quanta presunzione spesso siamo convinti che possiamo fare da soli.

Avviandosi alla conclusione, Mons. Alfano esorta: imitiamo Maria, sprechiamoci per l’Altro, come lei sprechiamo il profumo dell’unità, dell’accoglienza, del dialogo! Preghiamo affinché ci siano in mezzo a noi uomini e donne che ci sconvolgano, che riempiano le case di profumo… Lasciamoci provocare perché anche noi possiamo imparare a donare essenza di carità e di misericordia in abbondanza, arrivando a tutti, senza escludere nessuno. Anzi, accogliendo e accettando l’altro con le sue povertà, fragilità e contraddizioni, per essere sempre più autentico segno della Sua presenza nel mondo.

Don Emmanuel, prima di concludere la preghiera, ci ha invitati a prendere un filo rosso e a legarlo alla croce, come segno di intima ed indissolubile unione a colui che è morto e risorto per noi e che ogni giorno, attraverso la Parola e l’Eucarestia, ci ricorda il completo e gratuito dono di .

Compiendo quel gesto, i presenti hanno desiderato stringersi a Cristo ed entrare profondamente nel mistero della sua Passione, Morte e Risurrezione. Man mano che aumentavano i fili intorno alla croce, si sovrapponevano e si intrecciavano tra loro, quasi diventando una sola cosa… Legandoci a Cristo ci leghiamo tra noi. Sentendoci figli, ci sentiamo fratelli…. Amen.

E la Pasqua sia!

di Nunzia Alfano