Un goal per Koupela

Un goal per Koupela nasce come iniziativa dei ministranti delle parrocchie in solido di Massa Lubrense per sensibilizzare e procurare fondi per il completamento dell’ospedale di questa cittadina del Burkina Faso, all’interno di un progetto di aiuti che le parrocchie in solido svolgono da anni. Un gruppo di ministranti ha saputo coinvolgere non soltanto i propri “colleghi”, ma anche molti adulti. Dopo un mese di riunioni, volantinaggio, annunci vocali per le strade e le spiagge del comune, gentili insistenze per convincere i riottosi a comprare i biglietti si è giunti al 20 settembre, giorno delle gare.
 
Ci siamo trovati così in 80 calciatori dai 10 ai 60 anni. È stato bello vedere che ci siamo riuniti tutti, adulti e bambini, giovanissimi e anziani per un obiettivo: fare un goal!
Il nostro è stato un goal che oltre a condurre alla vittoria ha permesso di fare del bene; sabato più che ogni altra singola squadra sono scesi in campo la carità e l’amicizia che hanno fornito l’assist per andare oltre ogni pronostico e risultato e hanno reso il nostro pomeriggio speciale perché solo quando si fa del bene si sta bene! Ci auguriamo di continuare sempre a giocare la nostra vita per il bene, senza mai tirarci indietro quando è la solidarietà a chiamarci per scendere in campo.
Anche il nostro arcivescovo ha voluto dare il suo contributo intervenendo alla manifestazione con un breve momento di preghiera, e ci ha rilasciato questo commento:
“Iniziative come questa – ha detto mons. Francesco Alfano – vanno sempre incoraggiate, quando le persone si mettono insieme, quando raggruppano anche realtà diverse, quando hanno uno scopo come questo, di solidarietà, di vicinanza, non possiamo che essere contenti. Ma la nota positiva è che quest’iniziativa l’avete promossa voi giovani, e questo è veramente bello; voi giovanissimi, che siete stati capaci di radunare attorno a un’idea tutta la comunità. Questo non solo è bello, ma mi fa sperare che, anche nelle nostre realtà, tra mille problemi, possiamo cominciare ad affrontarli, tenendo presente le risorse che abbiamo e facendo spazio a chi più di tutti è in grado di sognare il futuro e anticiparlo”.
 
Federico, a questo punto, ha commentato: “Anche perché ultimamente si vanno perdendo queste iniziative”.
 
“Appunto – ha affermato l’arcivescovo -. E voi avete osato infrangere una barriera, e questo non solo mi spinge a incoraggiarvi ma mi fa sperare bene per il futuro, certo, bisogna adesso evitare che questa diventi un’occasion che comincia e finisce, non potrete organizzare sempre esperienze simili, ma pensare anche ad altre iniziative. Avete avuto la dimostrazione di una risposta corale ed è bello soprattutto che questo ponte che già è stato avviato tra le comunità del posto e l’Africa si arricchisce di un contributo specifico. Chissà che non possa nel tempo diventare ancora più ampio”.
 
Davide ha raccontato a monsignor Alfano che i ragazzi hanno conosciuto la realtà di Koupela grazie al racconto di don Mario che è stato lì e ci ha fatto comprendere l’importanza che ogni aiuto, anche piccolo, può avere per quella realtà.
 
“Lo so perché anche io, da parroco, ho fatto un’ esperienza simile in America Latina – ha risposto l’arcivescovo -, e chi è venuto con noi ha potuto raccontare ciò che ha visto e cosa ha provato: povertà estrema, inimmaginabile, che colpisce la coscienza, perché non è giusto che nel mondo ci siano queste differenze estreme. Questo è anche un argomento che va aldilà del credo religioso, e ci riguarda anche come essere umani, in questo mondo ci sono delle disparità inaccettabili, è chiaro che nessuno da solo le può risolvere, ma piccoli segni possono essere degne di attenzione”.