Venite benedetti del Padre mio

È questa la porta del Signore: per essa entriamo per ottenere misericordia e perdono. Con queste parole sabato 12 dicembre il vescovo Francesco apriva la monumentale porta della chiesa concattedrale dando inizio in diocesi all’anno della misericordia. Evento o avvenimento?
Di avvenimenti la vita di ciascuno di noi è costellata, il che dice di un camminare per le strade del mondo insieme a tanti altri, ma l’evento fa sì che quei tanti altri con cui camminiamo, non siano una massa indifferenziata di altre persone bensì una comunità che ha un nome e sempre di più un volto noto, fa sì che ci sia una svolta nella storia di questi uomini, una svolta che rischia di trasformarci in una vera comunità; ed in particolare ciò che ieri è accaduto può essere evento di un nuovo modo di vivere il nostro essere battezzati, il nostro portare il nome di Cristo, potremmo ridiventare Chiesa di popolo, popolo di Dio cosciente del perdono ricevuto e foriero di perdono a chi ne ha bisogno.
Ad ognuno di noi che ieri sera ha varcato la porta e a quanti varcheranno le due porte della misericordia in diocesi lungo tutto questo anno, sentiamo rivolgere questa parola del Signore: Venite benedetti del Padre mio. Benedetti del Padre mio, benedetti, udite bene, benedetti e non maledetti, benedetti perché Dio nostro padre non ci maledice per i nostri peccati, per il grande peccato di rifiutare il figlio suo, vera e unica porta di salvezza, porta sempre aperta tra il cielo e la terra, fonte di acqua viva per chi vive nel deserto della divisione di ogni specie; no, Dio padre di ogni misericordia ci perdona senza mai stancarsi, ed il perdono del Signore, non è un semplice, eufemisticamente parlando, andare oltre, metterci una pietra sopra, no carissimi fratelli, la misericordia di Dio è il suo perdonarci dalla croce cancellando la nostra colpa, non solo passandoci sopra! Ci pensate quale grande dono il Signore ci fa con il suo perdono, un perdono a cui sempre possiamo attingere mediante il tenerissimo sacramento della riconciliazione e in particolare in questo anno santo.
Venite benedetti. Perché benedetti, possiamo come Chiesa accostarci al Padre per ricevere il suo perdono e nel “venite” c’è già il doppio movimento dell’uomo, il movimento che ogni cristiano ed ogni Chiesa è chiamato a vivere ancora di più, in questo tempo di speciale misericordia: Ven-ite. Venite, perché senza raccogliere tra le nostre mani la grazia che il Signore ci offre spezzandosi per noi non possiamo nulla fare, e dopo aver incontrato il Signore, Verbo eterno spezzato per noi nella parola e nel pane, allora possiamo gioiosamente accogliere l’ulteriore invito: ite, andate! Andate a portare la benedizione del Padre, andate ed annunciate a tutti quale grande dono è il perdono di Dio e nell’andare vivetelo, perdonate a vostra volta, cancellate le colpe ai vostri debitori, e da come ci ameremo, ci riconosceranno cristiani e benedetti del Padre.
Che bel cammino si apre davanti a noi ma tutto questo non è scontato, il passaggio di una porta, tutte quelle che in quest’anno varcheremo, sante e non, potrà essere un semplice avvenimento oppure l’evento significativo per la nostra storia di conversione, e per la Chiesa pellegrina in mezzo al mondo.
Buona Pasqua a tutti, là dove Pasqua è il passaggio di una porta, di un mare, di un deserto, di quel confine tra l’umano e il divino, che con il suo natale, Gesù, collega per l’eternità.

Il nostro Vescovo Francesco ha aperto questa sera a Castellammare di Stabia la Porta della Misericordia della…

Posted by Arcidiocesi Sorrento – Castellammare di Stabia on Sabato 12 dicembre 2015

di Filippo CAPALDO