Lettera al Clero diocesano 22 ottobre 2020

A tutto il Clero della Diocesi

       Carissimi,

il tempo della prova si prolunga ben oltre le nostre attese, con modalità nuove e imprevedibili che ci preoccupano non poco. Siamo chiamati a non soccombere, ritrovando la forza per il cammino in un fiducioso e fedele rapporto con il Signore. Solo così potremo attraversare il mare in tempesta rimanendo tutti sulla stessa barca e aiutandoci a vicenda, come ci esorta continuamente Papa Francesco con il suo intenso magistero di parole e gesti concreti.

Uno dei segni forti che sta accompagnando il nostro impegno di testimoni del Risorto è senza dubbio quello della Carità. Nessuna comunità si è chiusa in se stessa, ignorando le problematiche delle persone in difficoltà. Quante esigenze sono emerse! Alcune in modo evidente e drammatico, tante altre più nascoste o relegate ai margini da una società spesso distratta o impotente. Per tutte queste situazioni difficili abbiamo provato – e lo stiamo facendo ancora – ad aprire il cuore per ascoltare e condividere, cercando insieme una possibile risposta perché nessuno si senta giudicato o abbandonato.

In modo particolare la nostra Chiesa diocesana si è impegnata a sostenere il “Progetto Zarepta”, proposto dalla Fondazione Exodus. In attesa di poterci incontrare da vicino e ascoltare dai responsabili un primo resoconto di quanto è stato fatto finora, posso assicurarvi che già tanti (49 segnalazioni dalle parrocchie, di cui 6 piccole imprese che hanno attinto al “Fondo di solidarietà” da me creato e alimentato dalle offerte di diversi sacerdoti) hanno avuto la possibilità di ricevere un prestito. Ce ne sono poi 8 che sono stati aiutati in estrema necessità e altri 47 sono ancora in elaborazione.

Anche il contributo straordinario che abbiamo ricevuto dalla CEI è stato in massima parte elargito alle famiglie che Voi stessi avete indicato (ben 319!), scegliendole tra le più povere e disastrate così come a suo tempo Vi era stato proposto. Le segnalazioni pervenute sono state tantissime: abbiamo rispettato la scelta originaria, quella cioè di offrire ad alcuni tra i più disagiati un contributo adeguato come segno di vicinanza concreta e consistente da parte della comunità cristiana. È rimasta una piccolissima somma (meno di 90.000 euro), che non ci permetterà di rispondere alle domande delle parrocchie che pure sono pervenute. A tutte le comunità parrocchiali sarà pertanto destinata una piccola cifra, segno di condivisione ecclesiale che ci fa sentire tutti più uniti anche nel momento della privazione e del bisogno.

       Carissimi,

risuona forte nei nostri cuori la parola di Gesù che oggi la liturgia ci fa proclamare: “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!” (Lc 12, 49). In questa tappa del nostro cammino ecclesiale, imprevista e sconvolgente, ci spinge un unico profondo desiderio: lasciarci guidare, tutti figli dell’unico Padre, dallo Spirito di Cristo per condividere con ogni persona e in particolare con i più poveri

la compagnia degli uomini nel tempo della prova!

 

Vico Equense, 22 ottobre 2020
Memoria liturgica di S. Giovanni Paolo II

Vico Equense
22-10-2020