Celebrazione Ecumenica della Parola di Dio nella parrocchia di San Vincenzo Ferreri

Nell’ambito della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani nella parrocchia di San Vincenzo Ferreri di Castellammare di Stabia si è tenuta il 21 gennaio alle ore 19 la Celebrazione Ecumenica della Parola di Dio che ha visto la partecipazione di due comunità di cristiani, quella cattolica che ha ospitato quella pentecostale della chiesa Emmanuel di via Traversa Tavernola.
 
Le condizioni avverse del tempo non hanno scoraggiato la partecipazione a tale celebrazione dei credenti delle due comunità; la Chiesa di San Vincenzo era colma di persone finanche in piedi che hanno partecipato attente per l’intera celebrazione, commosse per l’evento che stavano vivendo e soprattutto gioiose di essersi conosciute reciprocamente sentendosi unite in Cristo senza soffermarsi sulle loro diversità.
 
Solitamente tali celebrazioni liturgiche, che cadono nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che va dal 18 al 25 gennaio, non richiamano grandi folle di credenti dalle nostre chiese forse perché la sensibilità ecumenica fatica ancora a prendere piede nella nostra diocesi. Se ci soffermiamo un attimo a riflettere, invece, tali celebrazioni sono il fulcro del periodo tra il Natale e la Pasqua, un fuoco che riscalda dai rigori invernali soprattutto se vissute con una fede che va oltre l’ufficialità del momento ricordando sempre che l’unità dei cristiani è dono dello Spirito Santo.
 
«Verso orizzonti più ampi di pensiero e di azione, verso quel cielo di libertà, Padre, fa’ che il mio Paese si risvegli!». Sono state scelte le parole di Rabindranath Tagore, poeta e filosofo indiano, per dare inizio alla celebrazione che è stata presieduta dal nostro arcivescovo mons. Francesco Alfano e dal pastore Giuseppe Scarallo, magistralmente accompagnata dal coro evangelico “Sion” affiancato dal giovane coro della parrocchia ospitante “Armonia Francescana”.
La celebrazione è proseguita con il rendimento di grazie a Dio per aver creato culture, tradizioni e lingue diverse, ma anche diverse espressioni di fede e per aver instillato nel cuore dell’uomo il desiderio di amicizia e di comunione che deve condurre sempre più ad una maggiore unità.
 
Un breve spazio di silenzio ha poi introdotto la confessione dei peccati: i due pastori hanno invocato la misericordia di Dio perchè «come Chiese abbiamo utilizzato la nostra storia e il nostro passato per discriminarci gli uni gli altri, ferendo l’unità a cui Cristo ci chiama» e poi si sono scambiati un simbolico gesto di pace.
Dopo la proclamazione del brano di Michea (Cosa il Signore desidera da noi?) sono seguite due brevi ma intense testimonianze di fede da parte di credenti appartenenti alle due comunità che hanno commosso un’assemblea attenta.
Successivamente vi è stata la proclamazione del Vangelo dei discepoli di Emmaus.
 
E’ seguita la meditazione del pastore Scarallo che riferendosi al brano di Michea ha invitato l’assemblea a riflettere su quel che Dio esige da noi: più che culti, riti e sacrifici egli vuole che si ascolti la sua parola e si pratichi la giustizia, si ricerchi la bontà e si viva con umiltà senza conformarci alla mentalità del “mondo” attuale perché il più grande sacrificio l’ha già fatto Cristo morendo sulla croce per noi e non ne vuole altri.
«E’ significativo che i due discepoli di Emmaus si siano allontanati separandosi dagli altri che sono rimasti a Gerusalemme» ha commentato mons. Francesco Alfano «noi viviamo la stessa realtà che ha vissuto la prima comunità cristiana che nella divisione non ha riconosciuto il Cristo che si fa compagno di viaggio».
Di qui l’invito ad approfondire la conoscenza reciproca, a leggere le Sacre Scritture insieme per poter poi realizzare quella comunione tra chiese cristiane diverse che se mostreranno, con convinzione e con gioia, la loro fede nel Signore Risorto, porteranno molti frutti.
Quale contributo migliore alla nuova evangelizzazione hanno portato l’unità e la concordia vissute dalle due comunità!

 

di Lia VERDOLIVA