Dal diario di don Franco #giovani@lourdes: 23 luglio

Lourdes, 23 luglio 2018   Ore 20.30

Tra poco andremo tutti insieme alla Grotta per la preghiera che concluderà la seconda giornata del nostro pellegrinaggio. Ci sentiamo tutti contenti, alcuni persino euforici. L’entusiasmo che si respira nel gruppo è dovuto al clima fraterno, che oggi si è fatto ancora più intenso. Sembra proprio che tutti desiderassero condividere qualcosa di sé, a partire dallo stare insieme fino a offrire un po’ di amicizia anche agli altri. Ci ha aiutato non poco in questa seconda tappa del nostro itinerario di comunione la visita a un luogo magnifico, ai confini con la Spagna. Siamo saliti infatti con un autobus fino a 1.300 metri sul livello del mare e davanti ai nostri occhi si è presentato uno spettacolo mozzafiato. La catena montuosa dei Pirenei si è mostrata ai nostri occhi in tutta la sua imponenza: piccoli ghiacciai perenni fino alle cime più alte della montagna, un cielo terso che rendeva i colori dei prati ancora più luccicanti, le cascate in lontananza con la loro affascinante maestosità, il fiume che scende fino a Lourdes con un’acqua limpidissima e freddissima (alcuni del gruppo non hanno vinto la tentazione di bagnarsi almeno i piedi!), i sentieri attraversati da persone di ogni età ben attrezzate per l’escursione compresi i bambini di numerose famiglie…

Insomma, tutto attorno a noi ci parlava di Dio al punto che quando don Nino ci ha trattenuti con la sua catechesi sulla vita di santa Bernadette non è stato affatto difficile seguirlo e accoglierne il messaggio: la bellezza ci apre all’incontro con Dio e la si può conservare anche nelle prove, se però ne abbiamo fatto esperienza vera nella nostra vita. Ho visto i giovani aprirsi spontaneamente, anche i più silenziosi e timidi: nessuno oggi si è sentito escluso o giudicato e tutti hanno potuto vivere l’ebbrezza della passeggiata in montagna, senza far pesare affatto la propria abilità nei confronti di chi aveva invece bisogno di aiuto. Ho pensato più volte alle nostre comunità e ai tanti ragazzi che noi consideriamo disabili e per i quali immaginiamo chissà quali azioni straordinarie di cui poi non siamo sempre capaci, mentre invece sono loro che potrebbero arricchirci già solo con la presenza fisica, ma ancora di più con le nascoste e sorprendenti qualità che ognuno di essi porta nel cuore. Ci aiuterebbero a non pensare solo a noi stessi e a trasformare le parrocchie in luoghi più aperti, accoglienti, solidali. È proprio vero che sono i piccoli, i poveri, i sofferenti ad evangelizzare la Chiesa e a renderla una vera famiglia, dove tutti possono sentirsi amati e valorizzati nella loro dignità di persone umane!

Nonostante la stanchezza del viaggio di ritorno nel dopo pranzo (il cestino per il picnic e il sole forte ci hanno tutti un po’ storditi), non abbiamo voluto rinunciare alla processione eucaristica che ogni pomeriggio coinvolge tanti pellegrini e numerosissimi ammalati. Una vera festa di popolo, in cammino con il Signore Gesù: la preghiera adorante, sostenuta dalle acclamazioni e dai canti, ha fatto sentire il nostro piccolo gruppo parte viva e attiva del grande Popolo di Dio. Tutti siamo importanti e per ognuno c’è posto nella famiglia dei suoi figli: noi oggi abbiamo toccato con mano che è possibile volersi bene ed amarsi da fratelli e sorelle, all’unica condizione di avvicinarsi agli altri con umiltà e delicatezza. Disponendoci a ricevere molto più di quanto pensiamo di poter offrire, contribuiremo alla missione della Chiesa: testimoniare con gioia che il regno di Dio è già in mezzo a noi!