Il terzo Martedì di Quaresima dei giovani a Castellammare di Stabia

A volte si pensa di avere risposte a tutto…. poi  arriva un bambino e con una sua innocente domanda ti spiazza, ti costringe a ricalibrare il tiro del tuo sguardo e del tuo pensiero! Forse, allora, è proprio questo il senso del canto (Che cosa c’è di diverso questa notte) ascoltato martedì sera come introduzione al terzo appuntamento dei Martedì di Quaresima, tenutosi a Castellammare nella Chiesa del Spirito Santo.
 
Un canto che viene eseguito nella notte di Pasqua nel quale i bimbi chiedono ai loro genitori il perché di una notte così diversa (nuova)  dalle altre… una notte nella quale si resta alzati fino a tardi; nella quale si digiuna, ma soprattutto una notte nella quale si Resta ad aspettare!
Domande, però accomunate tra loro dal senso di Novità.
 
Già, questa parola che porta con sé infinite possibilità, ma che martedì sera è stato il cardine di tutto, in particolare della riflessione fatta da Don Salvatore Savarese, che ci ha accolto nella sua comunità, presentandoci un’immagine di Eugene Burnard la quale rappresenta gli Apostoli Giovanni e Pietro che corrono verso il sepolcro all’alba del lunedì dopo la morte di Gesù. Ed è stato interessantissimo e toccante, rendersi conto di come un’immagine, scomposta nella sua totalità, può dare molti spunti di riflessione.
 
In particolare Don Salvatore si è soffermato sugli sguardi e le mani degli apostoli, i quali in base alla loro vita ed alla loro “relazione” con Gesù, esprimevano quell’attimo in cui Maria Maddalena aveva scoperto il sepolcro vuoto; i due apostoli corrono…si sono rialzati, non si sono fatti fermare dal dolore della perdita dell’amato Amico, anzi…Pietro che porta con se il peso delle sue azioni e dei suoi peccati, guarda avanti con speranza, con la consapevolezza che gli sarà perdonato tutto.
 
Ed eccoci arrivati, quindi, alla riflessione finale del nostro Vescovo Don Franco, il quale, rivolgendosi ai giovani accorsi, ha fatto notare che la notte, così tanto amata e “vissuta” da essi stessi, porta con se, spesso, vuoto e silenzio e può far paura, ma dopo di essa c’è sempre l’alba alla quale però non si deve mirare come un punto di arrivo…ma puntare a vivere alla luce del sole le proprie giornate, in pieno; alla ricerca di qualcosa che riempia ogni singolo giorno, consapevoli che anche noi, come Pietro, siamo spesso peccatori, ma che siamo amati così come siamo da Dio.
A conclusione vogliamo condividere il ritornello di un altro canto, eseguito anch’esso dal coro della Parrocchia, che ci ha accompagnato martedì (Cerco la Tua voce) affinché sia spunto di riflessione e di speranza per tutti i giovani:
“Soffia proprio qui fra le case nelle strade della mia città; tu ci spingi verso un punto che rappresenta il senso del tempo… il tempo dell’unità”

 

di Marianna POLLIO